Nicola Zingaretti teme il fuoco amico ed esterna la sua preoccupazione sui social. In un post pubblicato su Facebook nel pomeriggio di lunedì, il Governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Partito Democratico si sfoga: “Sui social iniziano a circolare delle card contro di me che stravolgono le cose che sto dicendo. Sono delle schifezze. Ma se pensano di mettermi paura si sbagliano. Noi non ci fermiamo, ma andiamo avanti con più forza di prima. Io mi impegnerò per un congresso delle idee e della passione, non dell’odio e del rancore. Per cambiare e per dare all’Italia e all’Europa un futuro diverso”.

Le parole di Zingaretti arrivano dopo una serie di post circolati su Facebook e Twitter in cui si accusa il candidato alla segreteria di essere una sorta di cavallo di Troia del Movimento 5 Stelle all’interno del Pd. Al politico romano non viene perdonata, tra le altre cose, la partecipazione di venerdì alla Festa del Fatto Quotidiano, alla Versiliana di Marina di Pietrasanta: “Zingaretti va alla festa del Fango, parla male di Renzi e naturalmente lo applaudono: ma lui cerca ovviamente l’unità del PD, come cavolo si fa a non capirlo”, si legge in uno dei tweet pubblicati nelle ultime ore.

Durante l’intervista concessa a La Confessione di Peter Gomez, Zingaretti ha annunciato la propria volontà di rinnovamento all’interno del partito, partendo non solo dai “vecchi”, ma anche da “quelli che si sono autoproclamati nuovi”, ma non lo sono. Nonostante abbia precisato che, a suo parere, non esistevano le condizioni per pensare a un governo di coalizione con i Cinquestelle dopo le elezioni di marzo, il Governatore ha dichiarato: “Credo vada aperto un confronto con il M5s non per accordicchi di potere, ma per una sfida culturale. Una nuova sfida politica deve servire anche a parlare a una parte di quell’elettorato”.

È a quel punto che gli attacchi social, già iniziati da quando la sua candidatura alla segreteria Pd è stata considerata come una sfida a Matteo Renzi, sono aumentati. L’accusa principale che gli viene rivolta è quella di essere la porta aperta che permetterebbe al Movimento 5 Stelle di infiltrarsi tra i Dem. “L’unico Zingaretti che ci piace è Montalbano. No a Zingaretti e ai suoi pentafascisti”, si legge in un meme pubblicato dal gruppo Facebook Noi siamo il Pd (sono due i gruppi con questo nome su Facebook e gli amministratori di uno hanno precisato la propria estraneità alle critiche nei confronti di Zingaretti, ndr). Nell’attacco si specifica che “alla Regione Lazio Nicola Zingaretti è stato costretto, per governare, a regalare un posto di prestigio a Barillari del movimento pentafascista, uno dei più pericolosi no vax che cercano di minare la sanità pubblica del paese mettendo a repentaglio vite umane […] La Associati vuole impossessarsi dell’ultimo partito italiano attraverso la candidatura di Nicola Zingaretti”. Frase che si scontra con un tweet dello stesso Davide Barillari, consigliere regionale laziale, che non sembra essere sulle stesse posizioni dell’amministratore del profilo Facebook: “Zingaretti segretario del Pd. Obiettivo: fare peggio di Renzi e completare l’estinzione del Partito Democratico. Per questa fantasmagorica impresa, mollerà la sua comoda poltrona di presidente della Regione Lazio?”.

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