C’è tutto un mondo intorno a Matteo Salvini. Che non è solo quello, ormai familiare, dei sindaci sceriffo, dei militanti radunati a Pontida, delle consuete sparate su immigrazione e sicurezza. E’ il mondo dei movimenti identitari europei, il nuovo volto dei movimenti neofascisti e neonazisti che fanno di una feroce lotta all’immigrazione la loro bandiera. E’ la galassia nera raccontata da Andrea Palladino, giornalista e collaboratore del Fatto, in “Europa identitaria” (manifestolibri, in libreria dal 5 luglio, 128 pp., 10 euro).

L’inchiesta parte dalla vicenda della nave C Star (nella foto), affittata nel 2017 per “bloccare” i salvataggi dei migranti nel Mediterraneo operati dalle Ong, oggi principale obiettivo degli strali del ministro dell’Interno leghista. E’ la campagna “Defend Europe” organizzato da Generazione identitaria, gruppo nato in Francia nel 2012 (con l’invasione del cantiere di una moschea nella città, altamente simbolica, di Poitiers) e poi diffusa in Austria, Germania e Italia -dove è guidata da Lorenzo Fiato – forte di solidi legami con la destra suprematista bianca americana.

Palladino racconta tutto quello che oggi è possibile sapere su questa rete difficilmente penetrabile, che esibisce alcuni volti pubblici (Fiato è stato più volte intervistato, specie all’epoca di Defend Europe) ma resta sostanzialmente segreta, “con rigide regole per impedire l’ingresso di infiltrati o giornalisti”, si legge nel libro. “Le riunioni sono sempre dedicate a chi è già inserito nella struttura o a chi, in ogni caso, ha avuto una valutazione preliminare. Non comunicano mai l’indirizzo degli eventi, chiedendo sempre di inviare una email agli interessati (un primo contatto che viene sottoposto a una verifica severa)”. Perché “i giornalisti alla fine sono buoni solo se credono a quella immagine patinata, cool e da avanguardia fornita dai video istituzionali diffusi sui social. Nessuno
sguardo estraneo è ammesso”.

Il brano che pubblichiamo svela i molteplici fili che legano la galassia nera a Matteo Salvini e al suo movimento, attualmente al governo dell’Italia.

SALVINI, BORGHEZIO, GLI IDENTITARI E CASAPOUND: L’ALLEANZA VERDE-NERA

È il 21 febbraio 2018. Mancano dieci giorni alle elezioni politiche in Italia. Sede di Bruxelles del Parlamento europeo, una delle tante sale che i deputati possono chiedere per organizzare incontri, seminari, iniziative. Al tavolo siedono tre esponenti della galassia nera, che oggi si richiama al mondo identitario. C’è Gabriele Adinolfi, l’ideologo che ha cantato le gesta via
mare della C Star. In mezzo siede Gian Marco Concas, il direttore tecnico di quella operazione navale, un passato di ufficiale della Guardia Costiera italiana. E infine, sulla destra, Mario Borghezio, eurodeputato della Lega Nord. Tema: “Immigrazione nel mar Mediterraneo, informazione alternativa”. Di quella conferenza stampa il parlamento europeo non ha mai pubblicato la registrazione e il contenuto non è stato divulgato da Generazione Identitaria o dal gruppo della Lega. Anzi. Ad una specifica email di richiesta della registrazione inviata
all’assistente di Mario Borghezio, Marco Tognini, non è mai stata inviata una risposta. Posizione curiosa per una conferenza stampa che dovrebbe puntare alla massima divulgazione dei contenuti.
Quell’incontro, in realtà, ha avuto un peso simbolico molto importante, pochi giorni prima delle elezioni politiche. Era il sigillo su una alleanza politica destinata a pesare anche, e soprattutto, aldilà del voto: Casapound, partito dell’estrema destra italiana in forte ascesa, Generazione Identitaria, l’avanguardia europea del pensiero più estremo in tema di migranti, con una forte capacità comunicativa e la Lega, partito di riferimento in tutto il continente per la nuova destra radicale, soprattutto con Matteo Salvini al vertice. Qualche giorno prima, il 29 gennaio, Martin Sellner (leader di Generazione identitaria in Austria) aveva diffuso una video intervista con Lorenzo Fiato, dove l’esponente italiano del movimento rivelava di aver già avuto un incontro con Attilio Fontana, il candidato della Lega alla presidenza della Regione Lombardia, poi eletto governatore.

La conferenza stampa del 21 febbraio rivela alcuni dettagli importanti sulla missione Defend Europe. In apertura c’è una completa ed incondizionata apertura politica della Lega nei confronti di Generazione Identitaria, attraverso le parole introduttive di Borghezio: «Il dottor Concas, Gian Marco Concas, illustrerà questa straordinaria esperienza di Defend Europe e sarà a disposizione dei signori giornalisti dopo la proiezione di una eccezionale documentazione filmata che credo sia la prima volta che venga esposta nelle sedi istituzionali. Ringrazio anche il direttore di Polaris (Gabriele Adinolfi, nda), che inizierà la serie delle domande. È una occasione imperdibile, perché questa vicenda è stata seguita enormemente dai media, ma molti aspetti sono rimasti non
conosciuti» (…).

Il vice presidente della Lega Lorenzo Fontana in un’intervista del 25 febbraio 2015 a «La voce», ripresa dal think tank legista «Il Talebano», spiegava: «È evidente che con Salvini è in atto un’evoluzione: da partito solo territoriale ci proponiamo come riferimento nazionale, mediante i movimenti federati e identitari riuniti sotto all’ala ‘Noi con Salvini’». Una federazione che include, in posizione di forza, anche gli organizzatori della missione Defend Europe. Era la vigilia della manifestazione romana di Matteo Salvini, salito sul palco di piazza del Popolo insieme a Casapound il 28 febbraio 2015. Il viatico per alleanze future, una federazione della destra, anzi, delle destre, che ha preso forma nel convegno – solo ad inviti – «Mille patrie», organizzato da «Il Talebano» qualche ora prima del comizio.

Anche in quella occasione in prima fila c’era l’organizzazione francese «Bloc identitaire» e l’italiana «Generazione identitaria». Vincenzo Sofo, agit-prop vicinissimo a Salvini, fondatore de «Il Talebano», su questo fronte è l’uomo chiave. Nell’incontro «Verso una Lega nazionale» organizzato da Mario Borghezio a Roma il 21 aprile del 2015, ha concluso il suo intervento
parlando di «progetto identitario», via per l’unione dei vari gruppi della destra italiana.
I rapporti con la Lega dell’era salviniana di Lorenzo Fiato, 24 anni, il presidente di Generazione Identitaria in Italia, sono evidenti e mai nascosti. Partecipa come rappresentante di Generazione Identitaria al convegno «Verso una Lega nazionale». E ancora, nel tour di lancio della missione Defend Europe in almeno due occasioni organizza gli incontri insieme al «Movimento dei giovani padani», sigla giovanile della Lega Nord.

Rapporti, quelli con gli identitari, di vecchia data: «La Convenzione Identitaria ci ha permesso, da un lato di ritrovare movimenti con i quali avevamo relazioni più vecchie come i Joventuts Identitàries per Catalunya, il Movimento Giovani Padani della Lega Nord, o ancora il sindacato degli studenti fiamminghi KVHV, e dall’altro di incontrare i militanti del W.I.R. – Wiens Identitäre Richtung, gli Identitari di Vienna, e di rinforzare i nostri legami », si legge in un comunicato del 2012 pubblicato sul sito della francese Generation Identitaire. Link, legami, connessioni nati e cresciuti nella Francia meridionale, dove è più forte la presenza degli identitari.

Mario Borghezio, l’eurodeputato storico della Lega nord, ha una antica e consolidata frequentazione con gli ambienti della destra estrema francese, soprattutto con l’area identitaria. Nel 2009 le telecamere di Canal + lo hanno sorpreso mentre forniva consigli e strategie ai camerati di Nissa rebela: «Bisogna insistere molto sul lato regionalista del nostro movimento – spiegava
in privato dopo il suo intervento – è un buon modo per non essere classificati come fascisti nostalgici, ma come un nuovo movimento regionale, cattolico. Ma sotto, noi siamo sempre gli stessi». Borghezio quello stesso anno partecipa con un intervento applauditissimo alla convenzione identitaria nazionale in Francia, dove incita il pubblico con lo slogan «Una Democrazia con una precisa identità, Populista, sì Populista!». Sostegno che si ripete poi nel 2012, con parole poi riprese – criticandole – da moltissimi media francesi: «Dobbiamo usare i libri, le idee, ma anche il bastone, dobbiamo bastonare quando è necessario». Per poi aggiungere entrando nel cuore dell’identitarismo: «Un popolo è il sangue, una etnia, le tradizioni, i nostri ancestrali. Viva i bianchi, viva l’Europa, viva la nostra etnia, viva la nostra razza!». Seguono applausi che valgono più di un qualunque patto scritto. In quella stessa assise poco prima era intervenuto
un altro leghista in missione ufficiale, il giovane Massimiliano Bastoni. «Il programma prevedeva un intervento di mezz’ora – ricordano le cronache d’oltralpe – ma lui pronuncia appena qualche frase banale per tre minuti. Era per lasciare spazio all’intervento di Borghezio». Sarà, infine, lo stesso Borghezio ad ospitare, come abbiamo visto, Gian Marco Concas al parlamento europeo il 21 febbraio 2018.

Da “Europa identitaria”, di Andrea Palladino

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