I fondi per l’accoglienza ai migranti in provincia di Trapani sono stati utilizzati anche per acquistare abbonamenti allo Juventus Stadium per la stagione 2015/2016. Il retroscenza è emerso durante una delle perquisizioni negli uffici riferibili a Onofrio “Norino” Fratello, ex deputato dell’ Udc dell’Assemblea Regionale Siciliana, arrestato dai carabinieri di Trapani.

Tra i documenti sequestrati, infatti, gli investigatori hanno trovato una fattura e due abbonamenti per lo stadio della società bianconera intestati proprio alla società coopertiva Sole, una di quelle finita al centro dell’inchiesta: l’ipotesi degli inquirenti, dunque, è che i posti per assistere alle partite di Dybala e Buffon siano stati pagati con i soldi destinati all’accoglienza dei migranti. L’accusa per Fratello è di intestazione fittizia, appropriazione indebita e emissione di fatture false e il provvedimento è stato disposto dal gip Emanuele Cersosimo su richiesta dei pm Andrea Tarondo, Sara Morri e Francesca Urbani.

Durante i controlli i militari dell’Arma hanno recuperato perfino la fattura emessa dalla società bianconera nei confronti di una delle coop riferibili a Fratello, che nel 2006 aveva già patteggiato una condanna a 18 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa. Ad accusarlo era il collaboratore di giustizia Mariano Concetto. Poi, però, l’ex esponente dell’Udc aveva ottenuto la riabilitazione.

Dopo anni nel settore dell’assistenza gli anziani e ai disabili l’ex Udc è stato uno dei primi a riconvertire strutture e dipendenti al sistema dell’accoglienza ai migranti. . “Lo stratagemma era funzionale perchè se lui avesse accumulato altri guadagni sarebbero scattate delle misure di prevenzione a causa dei suoi precedenti giudiziari”, dice Antonio Merola, comandante del reparto operativo dei carabinieri. Per continuare a gestire le proprie cooperative, Fratello aveva arruolato un esercito di prestanome, facendo crescere il numero dei centri in gestione, e nel frattempo dispensava consulenze ad altri gestori di centri disseminati per l’intera provincia di Trapani.

La ricetta era quella del risparmio. L’inchiesta è nata dai contatti telefonici tra il sacerdote Sergio Librizzi, ex direttore della Caritas condannato per violenza sessuale commessa all’interno dei centri di accoglienza, e lo stesso Fratello. Ma a raccontarla per primo è stato Lorenzo La Rocca, ex presidente della cooperativa Letizia. Nell’autunno 2015 dopo alcune frizioni con Fratello l’uomo fu interrogato dai carabinieri e raccontò di essere un mero prestanome, descrivendo diversi prelievi in contanti finiti nelle tasche dell’ex deputato. “Si risparmiava su tutto. Mele sempre più piccole, riso sempre di meno, acqua riempita nelle fontane – aveva detto La Rocca – mentre con i soldi si pagavano le assicurazioni delle macchine e per fare il carburante”. In una conversazione telefonica una delle collaboratrici diceva, riferendosi a Fratello: “Si lamenta sempre di problemi economici [..] perchè non si mette le mani in tasca anziché comprarsi il Q5”.

Il meccanismo era rodato ed era ben integrato nella realtà politica e amministrativa della provincia di Trapani. Tra le persone assunte nelle coop spicca quello di un soggetto “imparentato” con la famiglia mafiosa dei Regina di Alcamo ma anche alcuni parenti di politici locali. Nonostante il suo noto passato giudiziario, Fratello godeva di relazioni autorevoli nella politica siciliana: dall’attuale assessore regionale Mimmo Turano, all’ex deputato Giovanni Lo Sciuto, ex componente della commissione Antimafia regionale finito più volte tra le polemiche per i suoi vecchi rapporti di conoscenza con Matteo Messina Denaro. I due sono persino ritratti insieme in una fotografia scattata al matrimonio della cugina del superlatitante. Gli agenti del corpo Forestale hanno registrate oltre sessanta telefonate tra Fratello e Lo Sciuto. Dopo le perquisizioni La Rocca viene avvicinato da due dipendenti e dalla segretaria di Lo Sciuto che gli dissero: “Giovanni è a disposizione e ci aiuterà, perchè noi sappiamo tutto di te”. Lo scopo sarebbe stato quello di garantire alle due dipendenti la disoccupazione.

L’indagine nonostante gli arresti non è conclusa. “Fratello aveva la delega delle banche per utilizzare le carte di credito”, aveva detto La Rocca e adesso gli inquirenti stanno passando al setaccio tutta la documentazione sequestrata per ricostruire le spese e i flussi finanziari delle cooperative che dovevano occuparsi dell’accoglienza dei migranti. Sullo sfondo restano poi i legami eccellenti di Fratello. Dipendente dell’Inail capace di andare a insegnare all’università nonostante la condanna per concorso esterno. Durante le indagini, dicono infatti gli investigatori, è emerso come Fratello avesse tenuto alcune lezioni di economia – a titolo di collaborazione  all’università di Salamanca , in Spagna, in partnership con l’Università di Palermo. “Una nuova esperienza”, come dice lui in una delle conversazioni intercettate.

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