Società

Lip, una raccolta firme per cancellare la Buona scuola

Stiamo raccogliendo firme per una legge di iniziativa popolare: Per la scuola della Costituzione. Il titolo è bello e coincide con il contenuto del testo. L’esperienza importante: ogni articolo è stato concordato e approvato in numerose assemblee, facendo ciascuno un passo indietro rispetto alla propria idea di scuola, per arrivare alla idea più vicina a quella di tutti. Unica regola: abbandonare specifiche appartenenze e provare a mettere in campo un’energia collettiva al servizio del modello di istruzione disegnato dagli articoli 33 e 34 della Carta. Una modifica del regolamento del Senato, intervenuta in dicembre, ci garantirebbe peraltro che – una volta depositato, accompagnato dalle 50mila firme necessarie – il testo dovrà obbligatoriamente essere discusso presso le commissioni competenti.

Partiamo dalla fine, articolo 37 del testo: abroghiamo la Buona scuola nella sua interezza, senza scorciatoie, ma mettiamo anche mano a tutta la normativa che, dagli anni 90 in poi, ha allontanato la scuola italiana da laicità, pluralismo, democrazia, inclusione.

Non diciamo solo no, proponiamo un’alternativa; quella di una scuola davvero gratuita, dai trasporti ai libri di testo. Di una scuola democratica, in cui gli organi collegiali riconquistino le proprie prerogative, il preside ritorni tale e non più dirigente manager, gli studenti abbiano rappresentanza maggiore, maggiore partecipazione. Una scuola in cui chi decida di servirsi dell’istruzione privata e paritaria se la paghi da sé, non attingendo alla fiscalità generale, e chi voglia seguire l’insegnamento di religione cattolica, possa farlo solo fuori dall’orario scolastico. Dove esistano fondi e personale stanziati per l’inclusione degli alunni diversamente abili e per i migranti: perché la scuola deve essere davvero “aperta a tutti”.

Una scuola in cui le classi pollaio non esistano più, perché in classi numerose si lavora male e si apprende peggio; dove tutti i posti disponibili vedano immissioni in ruolo, per evitare discontinuità didattica e il balletto degli insegnanti ogni inizio d’anno. In cui l’autonomia scolastica coincida con la libertà di insegnamento e non con l’entrata di ciascun istituto sul mercato – per offrire “prodotti” di ogni tipo, pur di essere competitivi -, evitando quindi il depotenziamento della qualità dell’insegnamento e del tempo scuola. Via i test Invalsi e via il tortuoso e ammiccante “pedagogese”, infarcito di anglicismi, termini permutati dal linguaggio bancario, acronimi (Ptof, Rav, Bes, Dsa, Snv, Tic), per quella provincialissima spolverata di pseudo modernità che – insieme alla lingua italiana – ha vilipeso anche il senso emancipante della scuola e della cultura. Sì alla scuola dell’infanzia per tutti i bambini, azzerando progressivamente le sperequazioni tra nord e sud.

Questi e altri provvedimenti non configurano un vago “libro dei sogni”: la Lip prevede il 6% del Pil nazionale (la media dei Paesi Ue, noi siamo al 3,9%, in istruzione). È per questo che la raccolta delle firme è coerentemente abbinata a quella per emendare l’equilibrio di bilancio dall’articolo 81 della Costituzione, che ha compresso i diritti fondamentali delle persone: sanità, istruzione, trasporti, diritto all’abitare, ecc.

Abbiamo detto in tutti i modi che i 40 comitati promotori Lipscuola non hanno alcuna necessità di visibilità, ma sono affezionati alla propria identità plurale e alle loro modalità di condivisione; tutti i soggetti politici e sindacali che hanno negli anni lottato per la difesa della scuola pubblica sono stati invitati a contribuire alla raccolta. Hanno accolto l’appello per il momento a livello nazionale solo Potere al Popolo! e Prc, nel rispetto dell’autonomia del soggetto proponente. Sappiamo però che molti militanti di altre formazioni si stanno dando da fare per depositare un testo che serve a tutti, oggi più che mai. Ci piacerebbe che quei sindacati e formazioni politiche che finora non hanno fatto propria questa proposta ne colgano l’elemento alternativo rispetto alla prospettiva che si delinea – con la nomina di un ministro leghista all’istruzione, fan dell’alternanza e sostenitore del regionalismo – che rende improcrastinabile una ripresa della mobilitazione per la scuola pubblica.

La Lip è di chi vorrà sostenerla; per consentire di iniziare il prossimo anno scolastico con un testo dal quale ripartire per riportare il tema della scuola alla ribalta. Per ricordare a chi ha votato M5s (che prometteva fuoco e fiamme sulla scuola, con tanto di cancellazione della 107/15) e tace rispetto alla cessione della scuola stessa alla Lega (oltre che sulle sparate del ministro dell’Interno Matteo Salvini) che siamo intransigentemente contro una riedizione in chiave soft di Adro, delle classi ponte, delle impronte digitali per i bimbi rom, delle proposte di Roberto Cota, Mario Pittoni & Co: noi non abbiamo dimenticato.

Infine un appello: firmate e fate firmare; manca un mese alla consegna. Sul sito www.lipscuola.it è possibile trovare il testo, i documenti e la storia della Lip, i recapiti di ciascun referente locale.