Torna domani, giovedì, “A Casa Vostra“, il reportage di quattro pagine che il Fatto Quotidiano dedica alle città d’Italia. Questa volta Ferruccio Sansa ha scritto un’inchiesta su Bolzano. Una città da sempre ai vertici per qualità della vita, per civiltà, per tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Ma negli ultimi tempi Bolzano sta cambiando faccia: dall’Austria è spuntato René Benko, quarantenne rampante che in pochi anni ha accumulato un patrimonio di quattro miliardi. Benko ha deciso di investire nel capoluogo altoatesino la bellezza di 700 milioni in operazioni immobiliari che incideranno profondamente sul panorama e sull’identità della città. A cominciare dal Welther Park, in pieno centro, a pochi passi dal Duomo, dove sorgeranno palazzi, alberghi e soprattutto un contestatissimo outlet con centinaia di posti auto.

Ma Benko non si ferma qui: si è lanciato in altre operazioni immobiliari, altre palazzi. Poi la promessa di costruire una funivia. E non basta ancora: “Benko – racconta il suo braccio destro – è interessato anche all’operazione dell’Areale Ferroviario“. Parliamo di una gara da un miliardo di euro per ricostruire un’altra fetta di città, di nuovo a pochi passi dal centro. Il Fatto racconterà le operazioni di Benko, ricostruirà la rete dei suoi compagni di avventura, dall’economia alla politica. Passando per i suoi amici famosi: come Niki Lauda – e il mondo della Formula 1 – venuto qui per sponsorizzare i progetti del miliardario austriaco.

In città qualcuno comincia finalmente a porsi la domanda: “Chi è davvero Benko? Da dove vengono i soldi? Sono suoi o lui è soprattutto il collettore di denaro altrui?”. Non è finita: perché oltre a Benko altri propongono di costruire outlet. Potrebbero arrivare a quattro, un record, in una città che ha 105mila abitanti. E il record di 1,82 metri quadrati di spazi commerciali per abitante. E c’è in arrivo la nuova legge urbanistica che, alla vigilia delle elezioni, a colpi di emendamenti pare aprire le porte al mattone. Proprio nella Provincia modello di Bolzano.

Un lungo reportage per raccontare i rapporti tra le diverse comunità: italiani, sudtirolesi e ladini. Di nuovo l’Alto Adige modello, dove i monumenti simbolo del Fascismo sono stati conservati, ma, grazie all’azione di un gruppo di studiosi e storici, “riconvertiti”. Fino a cambiare significato, per non essere più simbolo di divisione e odio.

Ma non è tutto così facile. La voce della comunità italiana è sempre meno forte: nella politica, nell’economia e nell’informazione. Le leve del potere sono sempre più in mano della comunità sudtirolese e del suo partito Svp finora alleato con il Pd (ma si dice che stia guardando verso la Lega). Colpa anche della politica italiana che a lungo ha corteggiato i partiti sudtirolesi facendo concessioni sempre più ampie.

Un lungo viaggio che racconta anche lo sport, la squadra di hockey dell’Hcb che ha vinto per il secondo anno la coppa Ebel e nella sua curva unisce le diverse comunità.
Il viaggio terminerà nelle viscere della montagna: il Fatto è entrato nei cantieri del tunnel ferroviario del Brennero, opera da 8,3 miliardi di euro per 230 km di gallerie (il 36% già realizzato). Il più grande cantiere d’Europa. Ecco i pro e i contro di un progetto al quale il ministro Cinque Stelle Danilo Toninelli ha dato il definitivo via libera. Lasciando interdetti i grillini altoatesini.

Articolo Precedente

In Edicola sul Fatto Quotidiano del 20 giugno: Eyu, tutti i trucchi per far soldi dell’ultima cassaforte renziana

next
Articolo Successivo

Sul Fatto del 21 giugno – Salvini vuol ridurre da 35 a 20 euro la “paga” per chi li assiste

next