Quello che è rimasto delle macerie della Strage della stazione di Bologna, 85 morti e 200 feriti il 2 agosto 1980, si può trovare in un’ex caserma del capoluogo emiliano, la San Felice di via Prati di Caprara. I detriti occupano una parte di un cortile della struttura, uno spazio di 80 metri di lunghezza, tre di larghezza e uno e mezzo di altezza. Sono lì dal settembre 1980. All’esterno, esposti alle intemperie e coperti dalla vegetazione.

La circostanza, apprende l’Ansa, emerge dagli atti del processo in corso a Bologna a carico di Gilberto Cavallini, ex Nar accusato di essere il quarto esecutore materiale dell’attentato a 38 di distanza. La corte di Assise ha disposto una perizia chimico-esplosivistica sull’ordigno, chiedendo di rileggere gli atti alla luce delle conoscenze odierne e di cercare, se esistenti e conservati, frammenti utilizzabili per le analisiIl processo è inziato il 21 marzo scorso e nelle scorse udienze sono sentiti gli ex Nar Luigi Ciavardini e Francesca Mambro.

La polizia giudiziaria ha fatto accertamenti e ha riferito delle condizioni in cui sono ‘custoditi’ i resti della stazione distrutta. L’ex caserma è in carico al 6/o reparto infrastrutture del Demanio e dal 2007 è in concessione al Corpo militare della Croce Rossa. L’accesso all’area, ha segnalato il Demanio, è difficoltoso se sprovvisti di mezzi idonei. Inoltre la struttura a breve sarà dismessa e lo stesso Demanio domanda se la presenza del materiale possa essere segnalata all’Amministrazione finanziaria. Una richiesta simile sulla conservazione di materiali utili era stata rivolta al Centro rifornimenti e mantenimento di Padova, a cui però non risultano reperti.

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