– Renzi ha ottenuto quello che voleva e il suo “tanto peggio tanto meglio” ha la sua logica: se i giallo-verdi sbagliano, lui torna in auge. E intanto evita il bagno di sangue del voto anticipato. C’è però il risvolto della medaglia: in questa legislatura, il Pd sarà decisivo come una ciabatta lisa nel deserto. Non solo: se Di Maio e Salvini faranno poche cose ma bene, al prossimo giro potranno fare ancora più male a Renzi. Soprattutto Salvini, che ha dimostrato di avere non solo scaltrezza ma pure coraggio. Ho più volte scritto che sarebbe dipeso tutto da lui: poteva assecondare il Renzusconi II o avere palle. La seconda, e gliene va dato atto.

– Un governo così, che per me durerà poco e forse neanche nascerà perché la strada del contratto e dei nomi è ancora lunga (fino al 4 marzo M5S e Lega si detestavano), qualora si protraesse aprirebbe praterie per una vera forza di sinistra.

– La maggioranza degli elettori 5 Stelle starà per un po’ a guardare, perché se un governo coi renziani era visto come male assoluto – infatti la base era subito insorta – questo è dai più percepito come sopportabile. Ma è una fiducia a tempo. E intanto il “voto alla Marescotti”, cioè di coloro che avevano votato M5S per costringere il Pd a spostarsi a sinistra, si allontana già.

– Proprio perché i 5 Stelle si sono finora presentati come quelli diversi, più bravi di tutti e mejo fighi del bigoncio, verranno ora – giustamente – massacrati non appena deluderanno. Non appena flirteranno coi Gasparri, saranno crivellati. Non appena dimostreranno che stare accanto ai Calderoli non è un’emergenza ma una liaison sentimentale, saranno martoriati. Non appena abiureranno alla questione morale, saranno morti. Eccetera. Se i grillini pensano di avere sconti, non hanno capito proprio nulla. Il difficile, per loro, arriva adesso.

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