“Come andrebbe utlizzato questo tempo di non governo? Già non far niente è meglio che fare danni, perché qualunque governo, con le promesse elettorali che sono state fatte, farebbe soltanto danni”. Così a Omnibus (La7) Alberto Forchielli, fondatore di Mandarin Capital Partners, commenta lo stallo del Parlamento in attesa del nuovo governo. E critica con toni caustici le speranze elargite dai partiti nell’ultima campagna elettorale: “Le riforme che sono necessarie nessuno ha il coraggio di farle e le promesse fatte alle elezioni vanno in senso opposto a quello di cui realmente il Paese ha bisogno. Sono tutte proposte di spesa, non c’è nulla per il futuro vero. Gli italiani vogliono sentirsi dire che non bisogna fare sacrifici e che si possono prendere più soldi a debito”. Forchielli, autore di un libro destinato ai giovani, “Muovete il culo!”, rincara: “Le promesse elettorali ricalcano quello che gli italiani vogliono sentirsi dire. E invece il Paese avrebbe bisogno di mandare a casa un sacco di gente inutile nel settore pubblico, di bloccare le pensioni, di investire sull’istruzione e sull’università, di snellire la burocrazia. Ma nessuno ne ha parlato in campagna elettorale”. “Quindi, il problema non è solo la classe politica, ma è rappresentato anche dagli italiani?”, chiede la conduttrice Gaia Tortora. “Lo sappiamo tutti” – risponde l’imprenditore – “Più della metà degli italiani è costituito da analfabeti funzionali. Siamo il Paese più ignorante d’Europa. E’ chiaro che le istituzioni e i partiti riflettano lo stato demenziale di questo Paese. Ad esempio, sui social io ho follower provenienti dall’estero e dall’Italia. Ormai c’è un gap incolmabile tra gli utenti, anche italiani, residenti all’estero e quelli che sono in Italia. E’ una roba tipo Nord Corea e Sud Corea”. Interviene il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Spesso i social sono uno strumento che, ripetendo dei luoghi comuni in maniera ossessiva, diventano moti di opinione che non aiutano la qualità della democrazia nel nostro Paese”. Il deputato Pd Luigi Marattin si dissocia sulla definizione di “ignoranti” attribuita agli italiani, ma aggiunge: “E’ vero che sono preoccupanti alcune statistiche sull’analfabetismo funzionale. Io dal referendum sull’acqua nel 2011 lancio un grido d’allarme sul fatto che questo modo di gestire il dibattito pubblico, alimentato dai social, mina la qualità della democrazia. Spesso ci sono bugie colossali. Io dal mio partito mi presi vagonate di insulti su questo”

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