Nell’ “Anno delle Donne” per acclamazione spontanea, il 25° Festival Sguardi Altrove – International Women’s Film Festival (Milano, 11-18 marzo) non ha mancato di alzare la voce sulla materia dei diritti e soprattutto della dolorosa tematica sulla violenza che tanto – anche a sproposito – ha animato i media negli ultimi mesi.

Il festival milanese in chiusura propriamente domani con due serate di “appendice” a Roma ha fatto da contenitore a diverse iniziative culturali – anche oltre la stessa cornice cinematografica – ospitando figure chiave dello spettacolo e della politica atte ad avvalorare il momento strategico e simbolico che movimenta il panorama femminile italiano e mondiale. Fra queste la consigliera comunale e presidente commissione Diritti Civili e Pari Opportunità del Comune di Milano Diana De Marchi che ha ribadito l’importanza del periodo fertile, utile a un cambiamento di passo che deve diventare “significativo e irreversibile” nel cammino femminile verso uguaglianza e ottenimento di ogni diritto, a partire dalla salvaguardia di sé. De Marchi ha partecipato anche allo spettacolo teatrale (e al dibattito che ne è seguito) Le sedie – Work in progress organizzato e diretto da Donatella Massimilla. La pièce è nata con l’intento di dar voce ad alcune delle tante forme di violenza al femminile che nel tempo si sono avvicendate e continuano ad avvicendarsi nel mondo: nell’occasione festivaliera è stata presentata alla Fondazione Feltrinelli davanti a un pubblico di studenti di terza media accompagnato da professori e una psicologa. Emozionante e partecipato, il dibattito ha visto il coming out di alcune ragazze rispetto a personali vissuti di violenza.

Quello sulla violenza al femminile è stato l’argomento naturalmente più cavalcato all’edizione 2018 della kermesse diretta da Patrizia Rappazzo ma non l’unico: ad esempio ha raccolto interesse anche un workshop sulle nuove forme di schiavitù a cura della regista Chiara Sambuchi.

In termini più squisitamente legati al cinema, il premio alla carriera di quest’anno è attribuito alla cineasta Francesca Archibugi (lo riceverà domani sera a Roma) che si è spesa in ben due lezioni di cinema: una di regia presso la Scuola Civica Luchino Visconti e una di sceneggiatura presso l’università IULM. Alla regista romana è anche stata dedicata una breve retrospettiva. Il palmares del concorso internazionale Nuovi Sguardi (da quest’anno misto tra film di finzione e documentari) ha infine visto trionfare l’opera documentaria della regista norvegese Julia Dahr dal titolo Thank You For the Rain: si tratta del magnifico reportage creativo realizzato “insieme” all’agricoltore kenyota Kisilu che denuncia i gravissimi problemi di sopravvivenza e di economia reale riportati dalla comunità contadina del suo villaggio a seguito dell’aggravarsi del surriscaldamento climatico. La voce del coraggioso passionario arriva persino a Parigi al noto COP 21 sull’ambiente che sancì gli “accordi di Parigi” per limitare le emissioni di anidride carbonica: una testimonianza vibrante e toccante che supera ogni forma di confine culturale e linguistico in nome di un patrimonio che riguarda tutti indistintamente come il nostro pianeta.

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