Chi sei? Da dove vieni? E, soprattutto, dove vuoi portarmi? Domande semplici, non bibliche e risposte altrettanto semplici. Abbiamo bisogno di gente nuova, è vero. Magari un tantino più onesta. Ed è vero. E magari un tantino più competente e avveduta. Ed è ancora vero. Allora mi son detto: qua ci vogliono i Cinquestelle! Scorro i nomi dei candidati e approdo invece all’idea che siano frutto di una selezione occasionale, provvisoria, superficiale. L’impressione è che scarta e scarta ma non si arriva mai al fondo del senso di marcia. Per quanti sforzi abbia fatto non ho ancora capito chi sia Luigi Di Maio. Perché abbia raccolto e proposto per il Parlamento un’espressione così variegata di idee, di volti e varie tipologie di onesti (con annessi furbi) che moltiplica – non riduce – il senso di causalità e aumenta – non riduce – il rischio di un fraintendimento di fondo. Io pensavo che mi conducessi verso quel sentiero e invece mi ritrovo su quest’altra via. Restare una nebulosa indistinta è certamente profittevole da un punto di vista elettorale perché non produce selezioni all’ingresso, chiama alla palingenesi, e chi non la vorrebbe?, chiede una condivisione primitiva o primordiale, onestà e bene comune, e chi non li cerca?, e pretende, se proprio, un solo certificato: quello penale. Ma è appunto un certificato. Che non racconta la nostra storia, le nostre battaglie e, soprattutto le nostre idee. Chi sei, da dove vieni e – soprattutto – dove vuoi portarmi?

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