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Macerata, non è l’immigrazione la causa della sparatoria

Macerata, non è l’immigrazione la causa della sparatoria
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Quindi è l’immigrazione incontrollata a essere la causa che ha portato Luca Traini a sparare a 7 persone a Macerata. Se non ci fosse, dice Matteo Salvini, non sarebbe accaduto. Insomma, giustificano l’ingiustificabile: il terrorismo. Ma sdoganarlo non fa altro che riportarci indietro al periodo degli anni di piombo. Solo che ora la violenza è unilaterale e arriva dalla destra radicale contro lo straniero, colpevole di tutto e di nulla. Ciò è stato possibile perché la televisione e certi giornalacci hanno dato voce a una falsa propaganda e alimentato paure inesistenti. Invitare esponenti di Casa Pound o Forza Nuova in televisione o il solo fatto che certi giornalisti televisivi (molto conosciuti) abbiano partecipato in qualità di relatori a incontri organizzati da Casa Pound ha prodotto il risultato di “normalizzare” forze politiche che di moderato non hanno nulla, tirandole fuori dalla palude dell’estremismo.

Non fa neanche più sorridere che Matteo Salvini, sempre pronto a scrivere indignato ogni crimine commesso da un immigrato – non mancando mai di segnalare nome, altezza e taglia di scarpe -, di Luca Trani non ricordi né il nome né il crimine. Si perde in un semplice “la violenza non è mai la soluzione, la violenza è sempre da condannare”, dedicando il resto del suo post a Roberto Saviano che lo accusa di essere il “mandante morale di Macerata”.

Parole – quelle dello scrittore – che Antonio Polito, sulle pagine del Corriere, giudica “infantili“, perché “chi condanna l’identificazione tra immigrato e delinquente dovrebbe saper anche discernere tra la polemica contro l’immigrazione e la violenza contro gli immigrati”.

Ma la questione è che la polemica contro l’immigrazione ha condotto alla violenza. Sono le parole – sconsiderate – usate negli ultimi anni da chi dovrebbe essere al servizio del cittadino, disinnescando le tensioni sociali, ad aver alimentato il rancore di una parte del paese piegata da una crisi economica che non finisce più. Non si può non cercare dei responsabili morali, soprattutto in un momento in cui, in Italia, è proprio questa virtù a mancare. Spingendoci più vicini verso il baratro della violenza e dell’odio. Non dobbiamo aver paura di ammetterlo perché esserne consapevoli è parte della soluzione.

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