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Carte di credito, arriva il tetto alle commissioni. E c’è divieto di aumentare i prezzi a seconda dello strumento usato

Il decreto di recepimento della direttiva europea sui servizi di pagamento vieta i costi extra imposti alla fine del processo di acquisto in base allo strumento scelto per saldare. E limita le commissioni interbancarie allo 0,2% del valore della transazione. Scende poi da 150 a 50 euro la franchigia a carico di chi si vede clonare la carta
Carte di credito, arriva il tetto alle commissioni. E c’è divieto di aumentare i prezzi a seconda dello strumento usato
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Commissioni non oltre i 5 centesimi per ogni pagamento. E la spesa dovrà essere ancora più contenuta se la transazione vale meno di 5 euro: stop quindi ai maxibalzelli per chi paga con carta cappuccino e brioche. Non solo: sarà vietato imporre sovrapprezzi a chi acquista online con una certa carta di credito. In questo modo siti di e-commerce e compagnie aeree non potranno più far lievitare il costo di un oggetto o di un servizio quando l’utente seleziona una moneta elettronica non “gradita”. Le novità sono contenute nel decreto di recepimento della direttiva europea sui servizi di pagamento, in codice Psd 2, entrata in vigore sabato 13 gennaio. Secondo il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis i consumatori europei grazie a questo provvedimento risparmieranno fino a 550 milioni di euro all’anno.

La novità che promette di avere un impatto più consistente per i cittadini è il divieto di costi extra sui pagamenti con carta. In passato alcune compagnie aeree sono state sanzionate perché i loro siti, al momento del completamento dell’operazione di acquisto, aggiungevano costi di transazione del valore anche di 5 o 10 euro. Da ora in poi non potranno più farlo, così come i commercianti non potranno applicare sovrapprezzi quando il cliente acquista una merce, anche poco costosa, con carta di credito o bancomat. L’Antitrust è designata come autorità competente a verificare l’osservanza del divieto e applicare le relative sanzioni.

Il decreto stabilisce che la commissione interbancaria sia “non superiore a 0,05 euro per ciascuna operazione” e possa “anche essere combinata con una percentuale massima non superiore allo 0,2% del valore di ciascuna operazione a condizione che la somma delle commissioni interbancarie dello schema di carte di pagamento non superi mai lo 0,2% del valore totale annuo delle operazioni nazionali effettuate tramite tali carte di debito”. Inoltre per i pagamenti inferiori a 5 euro “i prestatori di servizi di pagamento applicano una commissione interbancaria di importo ridotto rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore a euro 5”. Le nuove norme, in aggiunta, rafforzano i diritti dei consumatori in caso di furto o frodi con carte o bancomat: fino ad oggi erano soggetti a una franchigia di 150 euro per le operazioni non riconosciute effettuate, per esempio con la carta clonata, prima della denuncia. Ora la cifra scende a 50 euro.

Aumenterà anche la trasparenza dei costi di commissione quando si acquista qualcosa (non in contanti) in una valuta europea diversa dall’euro. Fino ad oggi, alla transazione veniva applicato un tasso di cambio arbitrario, in ogni caso poco chiaro. Infine, aumenta la protezione della privacy di chi utilizza i servizi Fintech che creano un legame tra il conto del cliente e quello del venditore, da Paypal alle app di mobile payment: anche questi dovranno rispettare standard molto rigidi di protezione dei dati finanziari e dovranno dotarsi di accorgimenti di sicurezza ulteriori per assicurare le transazioni.

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