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Ilva, Calenda annuncia passo indietro Puglia su sospensiva Tar: ‘Non ci sarà spegnimento’. Emiliano: ‘Ricorso resta’

Il ministro allo Sviluppo economico su Twitter ha rivelato il raggiungimento di una prima mediazione con il governatore dem. Nonostante nei giorni scorsi si fosse scontrato duramente con l'esecutivo. Ma la strada per il ritiro del ricorso è ancora lunga. Intanto l'azienda in amministrazione straordinaria ha annunciato il pagamento dello scaduto accumulato fino al 10 dicembre 2017 nei confronti delle imprese dell’indotto per un ammontare di oltre 30 milioni di euro
Ilva, Calenda annuncia passo indietro Puglia su sospensiva Tar: ‘Non ci sarà spegnimento’. Emiliano: ‘Ricorso resta’
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Non ci sarà il rischio di spegnimento degli impianti Ilva il 9 gennaio. Almeno per il momento. Dopo le polemiche e lo scontro tra il governatore Michele Emiliano e l’esecutivo, il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato che un primo passo verso l’accordo è stato fatto. “Anche la Regione Puglia”, ha scritto su Twitter, “dopo il Comune di Taranto ha depositato la rinuncia alla richiesta di sospensiva al Tar sul decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che contiene il Piano Ambientale per Ilva. È un segnale positivo che scongiura il rischio spegnimento il 9. Ora lavoriamo insieme per il ritiro del ricorso”. A lui ha risposto poco dopo Emiliano, frenando gli entusiasmi e ribadendo che “il ricorso” sul Piano ambientale dell’Ilva di Taranto “rimane in piedi e non verrà ritirato fino a che non verrà raggiunto un accordo sul piano industriale e ambientale tra tutte le parti del tavolo”. Emiliano nella nota ha anche precisato che “prima di iniziare la riunione del Tavolo Ilva lo scorso 20 dicembre, la Regione Puglia e il Comune di Taranto avevano chiaramente dichiarato, ribadendolo poi nel corso dell’incontro, l’intenzione di rinunciare alla richiesta cautelare, attesa la convocazione del tavolo e l’inizio dei lavori”. Nei giorni scorsi erano iniziati i tentativi di mediazione del ministro, anche se lo stesso Emiliano, poco prima di Natale, aveva rivendicato il suo intento di proseguire sulla sua strada senza ripensamenti. Solo ieri il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine legislatura, aveva auspicato l’accordo tra le parti per evitare di arrivare alla chiusura degli impianti.

Intanto a metà mattina l’azienda in amministrazione straordinaria ha comunicato che “sta adempiendo ai pagamenti dei debiti esigibili verso i fornitori dell’indotto pugliese” ed “entro la giornata di oggi sarà saldato tutto lo scaduto accumulato fino al 10 dicembre 2017 per un ammontare di oltre 30 milioni di euro“: “Questo”, si legge nella nota, “rappresenta la quasi totalità delle cifre esigibili mentre il pagamento di una piccola parte residuale, avverrà a seguito delle verifiche necessarie previste, nei primi giorni di gennaio. La somma va ad aggiungersi ai 220 milioni di euro che Ilva ha già versato dall’inizio dell’anno a oggi per un totale di oltre 250 milioni di euro pagati nel 2017 alle imprese del territorio pugliese”, ha aggiunto il gruppo, spiegando che “le risorse sono state individuate grazie alla disponibilità del Governo a finanziare la fase gestionale che precede il closing dell’operazione con il nuovo investitore e di Banca Intesa San Paolo che ha anticipato al mese di dicembre l’erogazione delle somme che erano previste per gennaio 2018”. “La società pur nelle difficoltà economiche, sta compiendo ogni possibile sforzo per onorare tutti gli impegni e dare serenità e fiducia alle imprese del territorio”, ha concluso Ilva.

Secondo il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, il pagamento rappresenta uno dei primi “tangibili risultati per la comunità”, “ottenuto grazie al tavolo istituzionale per l’Ilva”: “Siamo soddisfatti. La notizia ci fa ben sperare che nel prossimo incontro con il governo, dal nostro punto di vista finalizzato alla redazione di un vero e proprio accordo di programma per l’aria di crisi di Taranto, si possano ricercare soluzioni sostenibili anche relativamente ai circa 115 milioni di crediti vantati dall’indotto locale all’origine della procedura”.

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