Il Partito democratico boccia se stesso. Salta in Puglia, con il voto decisivo del consigliere del Pd Donato Pentassuglia, il finanziamento di 800mila euro alla legge regionale sulla Partecipazione. Legge che – approvata lo scorso luglio a firma di Emiliano – era stata il cavallo di battaglia del governo regionale. Fino ad oggi, quando è arrivato l’ennesimo spintone che Emiliano ha incassato dai suoi compagni di squadra. “Sono sicuro che si tratti di una incomprensione con il consigliere Pentassuglia, che mi auguro di chiarire al più presto” ha detto il governatore a ilfattoquotidiano.it. E ancora: “Comunque la democrazia e la partecipazione dei cittadini alla politica ha una grande importanza e ovviamente deve essere assicurato attraverso mezzi e strumenti adeguati“.

La Puglia è la terza Regione ad avere una legge sulla partecipazione dallo scorso luglio quando fu approvata a maggioranza con il voto contrario delle opposizioni e prevede un dibattito pubblico obbligatorio, il programma annuale della partecipazione, la consultazione pubblica anche tramite una piattaforma informatica e la nascita di un organismo di garanzia. La Puglia è l’unica regione che si è vista impugnare dal governo la legge davanti alla Consulta, nella parte che riguarda la consultazione con i cittadini anche per le grandi opere statali sul territorio regionale. Cosa che nei mesi scorsi aveva provocato scambi al vetriolo tra Emiliano e l’ex premier Matteo Renzi.

La legge sulla partecipazione – insomma – era diventata per il governatore di Puglia l’esempio da utilizzare per dimostrare quanto la partecipazione e lo scambio di informazioni fosse alla base del suo rapporto con i pugliesi. Una vittoria di cui andare fieri, insomma. Almeno fino allo sgambetto di oggi. Ma perché ancora una volta il presidente scopre di avere dei nemici in casa? Emiliano non ha dubbi: “I renziani non hanno ancora compreso – ha aggiunto – che siamo tutti sulla stessa barca e continuano a colpirmi perché sono stato l’unico ad oppormi al renzismo con tutte le mie forze, pur senza mancare di rispetto a nessuno. Spero che Renzi – ha concluso – cambi presto gli ordini impartiti ai suoi epigoni pugliesi che non hanno capito che in campagna elettorale il Pd e il suo segretario hanno bisogno di tutti, persino di Michele Emiliano“.

Secondo i Cinquestelle, invece, “nemmeno il centrosinistra ha mai creduto nella legge sulla partecipazione e la bocciatura dell’articolo che la finanziava con 800mila euro dimostra lo scollamento tra Emiliano e la sua stessa maggioranza“. “Si trattava di una marchetta da 800mila euro pagata – è il parere degli otto consiglieri regionali cinquestelle – con i soldi dei pugliesi su una legge che è stata impugnata dal Governo nazionale”. Fortemente critico anche il capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo, rispetto agli “800mila euro per far partecipare soggetti non definiti” a fronte “di zero partecipazione riservata a noi consiglieri, che veniamo pagati per questo”. Il Pd in Puglia, insomma, perde pezzi e nei palazzi della regione per farsi la guerra non hanno neanche bisogno di cambiare maglia.

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