Prima aveva fatto entrare in rotta di collisione governo e maggioranza. Poi aveva scatenato le polemiche degli addetti ai lavori. Alla fine, quindi, è saltato. È stato cancellato dalla manovra l’emendamento firmato dal senatore di Ap, Guido Viceconte, che puntava ad estendere il rito sommario a tutte le cause di competenza del giudice unico che rappresentano la maggior parte delle controversie civili. Si trattava di varare insieme alla manovra una parte del provvedimento di riforma del processo civile, voluto dal ministro Andrea Orlando, già approvato alla Camera ma da tempo bloccato a Palazzo Madama.

Nel dettaglio l’emendamento del senatore alfaniano avrebbe concesso ai giudici di decidere autonomamente di andare direttamente a sentenza senza fornire alle parti nuovi termini per produrre prove. Un accorgimento che potrebbe ridurre i tempi medi di un processo di circa sei mesi, ma che aveva scatenato le polemiche dei rappresentanti della magistratura onoraria e della classe forense. Il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, aveva dunque aperto all’ipotesi “riformulare in parte” l’emendamento per accogliere alcune osservazioni critiche. “È un emendamento che nasce con l’obiettivo di semplificare, in ogni caso qualità e tempi devono andare di pari passo. Ho visto anche il documento dell’Anm che è critico: ci sono anche delle osservazioni su cui si può aprire”. Alla fine, però, l’emendamento è saltato.

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