Il Palermo Calcio vola nel campionato di Serie B, ma la società siciliana affonda in una richiesta di fallimento presentata dalla Procura di Palermo che da mesi indaga su un buco quantificato in 70 milioni di euro. Dai vertici dei rosanero arriva però una replica secca: “Siamo più solidi della maggior parte delle società sportive di serie A”.

Il sasso nello stagno è stato gettato dall’istanza depositata nei confronti dell’U.S. Città di Palermo dal procuratore Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Francesca Dessì e Andrea Fusco. La scorsa estate la Guardia di finanza aveva perquisito la sede della società, allo stadio Renzo Barbera, e aveva prelevato documenti contabili, cartacei ed elettronici. Il proprietario del Palermo è Maurizio Zamparini, l’imprenditore friulano diventato proverbiale per un numero elevatissimo di cambi di allenatori nelle squadre di cui è stato presidente.

L’istanza di fallimento si basa sulle relazioni informative della Finanza e su una consulenza contabile. Nell’inchiesta per falso in bilancio, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio, sono coinvolti, oltre a Zamparini, anche il figlio Paolo e due rappresentanti della società anonima lussemburghese Alyssa, Luc Mathias Jos Mari Braun, presidente del consiglio di amministrazione e Jean-Marie Servais Poos, belga, consigliere e amministratore delegato. Nell’elenco risultano anche i commercialisti Anastasio Morosi, Domenico Scarfò e Rossano Ruggeri, nonchè Alessandra Bonometti, segretaria del gruppo Zamparini negli uffici di Vergiate.

La reazione di Zamparini non si è fatta attendere. “Sono veramente allibito per aver ricevuto in un sabato pomeriggio una notizia grave come quella di una richiesta di fallimento da un comunicato. Sono veramente avvilito per una istanza di fallimento che smantelleremo documenti alla mano, ma che ci procura un danno di immagine internazionale che il Palermo Calcio si era costruito nei miei anni di presidenza”. E in una lettera indirizzata ai tifosi ha scritto: “Ad oggi i capitali miei immessi in Società ammontano a circa 80 milioni, mai restituiti. Non abbiamo nessun creditore alla porta, tutti i dipendenti e fornitori sono regolarmente pagati (mai successo nella storia del Palermo Calcio), abbiamo un patrimonio giocatori notevole, con la squadra che sta risalendo in serie A”.

E riferendosi alla cessione che Zamparini insegue da alcuni anni: “Sto cercando ancora per il vostro futuro un investitore importante e ci riuscirò, come fatto sempre nella mia vita. Fino a quando non lo troverò vi seguirò con abnegazione, soffrendo ad ogni partita come non potrei più soffrire per la mia salute e risaliremo in serie A”. A seguire, un comunicato della società che rileva come queste iniziative “incidono negativamente sulle pendenti trattative di cessione della Società, sull’imminente inizio della campagna trasferimenti e sul potenziale rendimento della squadra”. E aggiunge: “La contabilità della Società risulta essere in ordine, con un utile di esercizio al 30 giugno 2017 di 4 milioni di euro, con un bilancio soggetto alla verifica della Covisoc – organismo di vigilanza istituzionalmente deputato – e già certificato dalla società di revisione che non ha rilevato alcuna anomalia. Inoltre è stato verificato che la solidità e la capacità patrimoniale dell’U.S. Città di Palermo risulta di gran lunga superiore alla maggior parte delle società sportive di Serie A”. Zamparini ha acquisito la squadra rosanero nel 2002, riportandola in serie A due anni dopo. È rimasto presidente fino all’aprile scorso, quando ha ceduto il posto a Paul Baccaglini, ex Iena che avrebbe dovuto acquistare la squadra. L’operazione, però, non è andata in porto. Poche settimane fa è stato nominato in nuovo presidente, che è Giovanni Giammarva.

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