Dopo l’affare Opel, PSA è diventato il secondo costruttore europeo, capace di vendere 4,3 milioni di auto in tutto il mondo: ha 40 poli produttivi, 10 centri di ricerca e sviluppo e oltre 200 mila dipendenti. Opel in particolare conta di tornare in attivo nel 2020, anno in cui il margine operativo per ogni auto venduta sarà del 2% (per arrivare al 6% nel 2026). Un piano di crescita che andrà di pari passo con l’elettrificazione della gamma: entro il 2020 saranno quattro i modelli green (inclusi Grandland X e la nuova Corsa) e nel 2024 tutta la gamma avrà motorizzazioni elettrificate.

Con la nuova decade le sinergie con PSA (acquisti, R&D, produzione, etc) varranno 1,1 miliardi di euro e 1,7 nel 2026: già nel 2020 i costi di produzione e logistica di ogni singola Opel saranno tagliati di 700 euro. Entro il 2024 il numero della piattaforme impiegate da Opel e PSA scenderà da 9 a 2 (le EMP2 e CMP di PSA), mentre i motori passeranno da 10 a 4.

“L’allineamento delle architetture e delle famiglie di propulsori ridurrà sostanzialmente la complessità in termini di sviluppo e produzione, consentendo di ottenere economie di scala e sinergie e contribuendo alla redditività generale”, ha dichiarato Lohscheller. Ciò comporterà una semplificazione delle opzioni disponibili per ogni modello. Il punto di pareggio finanziario è fissato a 800 mila unità l’anno.

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