“Cambiare sesso a 17 anni, il coraggio di Olimpia”, così titola La Repubblica, de facto divenuto il nuovo Osservatore Romano della postmodernizzazione capitalistica dei consumi e dei costumi. La parola coraggio, che l’occidente impiegò per Odisseo e Achille, per Aiace ed Ettore, viene ora disinvoltamente attribuita ai gesti più conformisti, omologati e in linea con lo spirito dei tempi liberal-libertario del capitalismo liquido-finanziario. Il quale ha dichiarato guerra a tutte le identità solide e stabili, in quanto di ostacolo alla logica illogica della new economy flessibile e precarizzata del market system globalizzato (e glebalizzato).

Tutto deve essere liquido, fluido e flessibile: financo le identità sessuali, ridefinite sempre da capo dal nuovo spirito del fanatismo economico chiamato pudicamente economia di mercato. Non più uomini e donne, con etica solidale familiare: solo atomi unisex e gender-fluid, queer e con sradicamento sessuale incorporato. Proprio come non vi saranno più cittadini di Stati nazionali con diritti e doveri, ma consumatori migranti e apolidi votati all’erranza permanente legittimata falsamente come cosmopolitismo. Ecco l’essenza del nuovo capitalismo postnazionale planetario.

Chissà perché io – anche in questo precedendo obstinate contra – sono sempre più convinto, invece, che il vero coraggio sia accettare se stessi per quello che si è. “Conosci te stesso”, dicevano i greci. Rispettando il mètron, il “giusto limite”. Più precisamente: conosci te stesso (gnothi sautòn) come ente finito, con limiti naturali intrascendibili che vanno conosciuti e rispettati. Esattamente ciò che la società di mercato e i suoi araldi postmoderni (La Repubblica in primis) pare non riescano proprio a capire. Il fondamento metafisico del capitalismo assoluto – l’illimite – si dispone nell’ambito dei costumi come funesta violazione di ogni inviolabile. L’impresa eccezionale è essere normale, cantava Lucio Dalla. Non più conosci te stesso per rispettare il limite che ab intrinseco sei, bensì non conoscere te stesso, per meglio valicare ogni limite materiale e immateriale.

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