“Mi spaventano la burocrazia e la lentezza. In momenti come questi c’è bisogno di legalità e trasparenza, ma anche di essere veloci, per dare risposta alle esigenze delle persone, che sono la priorità”. 7,41 del mattino, 30 ottobre. A parlare è il vescovo di Norcia Renato Boccardo. Gli abitanti del paese si sono radunati in piazza San Benedetto, le campane hanno suonato puntuali. I monaci benedettini intonano il Veni Creator: dietro di loro la basilica distrutta, la facciata coperta dai ponteggi. Il primo anniversario della scossa di magnitudo 6.5 che il 30 ottobre 2016 fece tremare il capoluogo della Valnerina e altri centri umbri come Preci, Cascia e Castelluccio, non nasconde le difficoltà della ricostruzione.

“Ho paura della lentezza, ma mi confortano la solidarietà e la generosità che abbiamo sperimentato in questo anno e il coraggio e la determinazione delle comunità della Valnerina che, dopo un evento così drammatico, non si sono arrese ma appena è stato possibile hanno ricominciato a vivere”, ha detto monsignor Boccardo di fronte a qualche decina di cittadini e ai rappresentanti delle istituzioni. In piazza ci sono anche quei volontari che, un anno fa, furono impegnati notte e giorno nella gestione dell’emergenza. La terra aveva tremato alle 7,41 di una domenica mattina, la scossa era stata la più potente dal terremoto dell’Irpinia del 1980. Crollò la basilica di San Benedetto, furono danneggiate la cattedrale di Santa Maria Argentea e il campanile del Comune. Il centro di Norcia fu messo off limits, l’ospedale chiuso. “Oggi dobbiamo ricordare e imparare, ma anche sognare – ha continuato il vescovo di Norcia – perché il sogno che coltiviamo è quello di veder partire una vera e propria ricostruzione, che permetta di affrontare il peso delle giornate invernali con garanzia di sicurezza e stabilità”.

“Grazie alla vostra solidarietà e al vostro straordinario lavoro non ci siamo mai sentiti soli“, ha detto la presidente dell’Umbria Catiuscia Marini, consegnando un riconoscimento a quanti sono intervenuti nei giorni e nelle settimane dopo il terremoto, dalle forze dell’ordine alla protezione civile. Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ha donato ai presenti pietre delle macerie del terremoto. “Sono i ricordi delle nostre case, chiese, circoli e negozi”, ha detto il primo cittadino. Per i monaci benedettini questo è un momento che “chiede preghiera, riflessione e silenzio”. Dal 30 ottobre 2016 si sono trasferiti in San Benedetto in Monte, alle porte di Norcia, dove stanno costruendo il nuovo monastero.

Nel frattempo la presidente della Camera Laura Boldrini è intervenuta sul sisma da Camerino, uno dei centri colpiti dalle scosse dell’estate 2016. “I problemi ci sono, non vanno negati. Ma lo spirito costruttivo di questa regione non è mai venuto meno. Le istituzioni ci sono”, ha detto la terza carica dello Stato.”È chiaro che ci sono anche delle lentezze, dovute a una burocrazia difficile. E capisco che c’è anche malcontento – ha aggiunto – però in tutte le situazioni dei terremoti ci sono dei tempi fisiologici, sono stati tali anche nei precedenti sismi. Dobbiamo approfittare di questa situazione per ricostruire in sicurezza”.

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