Vivace scontro a Otto e Mezzo (La7) tra il giornalista de Il Fatto Quotidiano, Andrea Scanzi, e il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti. Quest’ultimo definisce il M5S “un partito di giudici”: “Nella stesura dei suoi programmi si è abbeverato molto alle tesi di Magistratura Democratica, per intenderci, cioè della parte più radicale della magistratura di sinistra. Simpatizza con molto magistrati, da Davigo a Di Matteo, i quali a loro volta non negano la loro simpatia per il M5S. Il giustizialismo grillino si ispira molto si ispira molto al giustizialismo di una gran parte della magistratura che fa politica o degli ex magistrati in politica”. Scanzi osserva: “Possiamo fare anche una puntata di 8 ore su tutti i punti deboli del M5S. Ad esempio, se penso che una forza data al primo posto nel Paese abbia come unico nome spendibile in una regione fondamentale e splendida come il Lazio Roberta Lombardi, io, se fossi nei 5 Stelle, mi preoccuperei. Non c’è niente di meglio?”. E aggiunge: “Capisco che per Alessandro Sallusti stimare i giudici sia essere come l’Anticristo, io invece trovo lusinghiero e lodevole avere stima di una persona come Di Matteo, che rischia la vita ogni giorno. Trovo estremamente bello stimare una persona come Davigo o dare voce a un magistrato come Gratteri, che peraltro Renzi voleva come ministro della Giustizia, prima che Napolitano gli cancellasse quel nome. Non mi sembra un difetto avere a cuore i temi della giustizia” – continua – “o avere rispetto e stima per persone a cui si dovrebbe voler bene non solo dopo che se ne sono andate, ma anche prima. Ricordiamoci quello che si diceva di Falcone e di Borsellino, prima che se ne andassero. Poi improvvisamente sono diventati gli eroi di tutti. Se una forza politica ha stima di Di Matteo, per me è una cosa nobile. Quello che non è nobile è che abbiamo avuto per 20 anni un centrodestra spesso schifoso che tanto piaceva a Sallusti. Quello è il problema, non Di Matteo”. Il direttore de Il Giornale ribadisce: “Trovo estremamente brutto e addirittura pericoloso che magistrati, soprattutto impegnati in prima linea come Di Matteo e Davigo, strizzino l’occhio alla politica e si lascino trascinare nel dibattito politico. E non è un’opinione solo mia. E’ un tema talmente imbarazzante che è anche nell’ordine del giorno dei vertici del Csm. Un magistrato non solo deve essere indipendente, ma deve anche apparirlo”. “Se hai per 20 anni Berlusconi, è chiaro che diventa centrale il tema della politica”, replica Scanzi

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