“Mi sono affidato alla giustizia e sono stato ripagato con un verdetto del genere, il rito abbreviato per questo tipo di delitti non dovrebbe esistere. Oggi nella giustizia non credo più, questa è l’Italia e la mia famiglia lo ha toccato con mano, sono davvero deluso e arrabbiato“. Gigi Fuso, padre di Debora, 25 anni, uccisa a coltellate dal fidanzato dopo una lite il 18 maggio dell’anno scorso, non riesce a credere che il Tribunale di Busto Arsizio (Varese) abbia condannato a 16 anni Arturo Saraceno. La ragazza fu ammazzata in casa dell’uomo, un operaio di 33 anni, a Magnago.

Per lui, che agli inquirenti dopo l’arresto disse che gli era “partito l’embolo”, il pm Marica Cardellicchio aveva chiesto una condanna all’ergastolo, diminuita a 30 anni per la scelta del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena. “Siamo soddisfatti, il giudice ha escluso l’aggravante della crudeltà e dell’abuso di ospitalità accogliendo le nostre motivazioni” ha commentato l’avvocato Daniele Galati, difensore di Saraceno, che ha aggiunto: “Il mio assistito ha capito di dover scontare la sua pena per quello che ha fatto, ora attendiamo le motivazioni e anche se la Procura deciderà o meno di appellarsi”. Dopo l’omicidio Saraceno si era sferrato diversi fendenti al petto, ma i medici dell’ospedale di Legnano erano riusciti a salvargli la vita.

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