Dopo la discussa nomina di ambasciatore di buona volontà conferita dall’organizzazione mondiale della sanità a Robert Mugabe, l’Oms fa marcia indietro. Il direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus ha revocato la nomina in seguito alle numerosissime proteste che erano scoppiate dopo l’annuncio. “Ringrazio tutti coloro che hanno espresso le loro preoccupazioni – ha fatto sapere il direttore in una nota – È una decisione presa nel miglior interesse dell’organizzazione”.

Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe da 37 anni, è il più vecchio capo di Stato al mondo con i suoi 93 anni. Il suo Paese detiene il primato di mortalità infantile e l’aspettativa di vita più bassa al mondo, oltre a essere accusato di violazione dei diritti umani ed essere “persona non grata” negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. Nello Zimbabwe c’è un medico ogni centomila abitanti, non proprio un modello da seguire. La decisione era stata accolta con un misto tra scetticismo e delusione, se non addirittura “offensiva e stravagante”, come l’aveva definita il Ministro della sanità irlandese Simon Harris.

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