Il Nobel per la Chimica 2017 è stato assegnato a Jacques Dubochet, Joachim Frank e Richard Henderson. Premiati congiuntamente per la tecnica che ha portato una vera e propria rivoluzione nella biochimica, permettendo di esplorare in 3D la struttura tridimensionale delle molecole biologiche.

La microscopia crioelettronica è stata messa a punto progressivamente negli ultimi 20 anni e subito è stato chiaro che aveva portato la biochimica in una nuova era. Perfezionata da Henderson, Frank e Dubochet a partire dagli anni ’90, la tecnica è stata progressivamente perfezionata e oggi questa microscopia ‘del freddo’ è applicata in moltissimi campi. Permette infatti di esplorare la struttura tridimensionale di proteine molto importanti, come quelle che rendono i batteri resistenti agli antibiotici e quelle che si trovano sulla superficie del virus Zika. È diventato infatti possibile avere una sorta di ‘fermo immagine’ nel quale le strutture complesse delle molecole biologiche possono essere osservate e studiate con una precisione senza precedenti.

Dubochet, 74 anni, è di nazionalità svizzera ed è nato nel 1942 ad Aigle. Ha studiato nell’università di Ginevra e poi in quella di Basilea e attualmente è professore onorario di Biofisica nell’università di Losanna. Frank, 77 anni, tedesco, è nato nel 1940 a Siegen e nel 1970 si è laureato nel Politecnico di Monaco. In seguito si è trasferito negli Stati Uniti, dove ha insegnato Biochimica e Biofisica molecolare nella Columbia University di New York. Henderson, 72 anni, è di nazionalità britannica. Nato nel 1945 a Edimburgo, si è laureato nel 1969 nell’università di Cambridge University e ha continuato a lavorare a Cambridge nel Laboratorio di Biologia molecolare del Medical Research Council (Mrc).

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