E’ davvero incredibile quello che il popolo italiano ha dovuto subire nell’ultimo ventennio, durante intere legislature, a mezzo di leggi Porcellum inventate da politici senza scrupoli al solo scopo di togliere potere di scelta agli elettori per fare essi stessi, con quel potere, i porci comodi che preferivano nel nome del popolo che, spesso ignaro di tutto, li eleggeva.

Benché una buona parte di popolo abbia mostrato chiaramente di non sopportare più questi “scippi” e faccia ripetutamente capire a questa classe politica che non intende più sopportare di sottomettersi a certe nefandezze, loro ci provano ancora.

Adesso vorrebbero chiamare la nuova legge elettorale Rosatellum (non interessa il nome, interessa che darebbe ancora a loro il potere di fare porci comodi anche nella prossima legislatura) e la presentano in molte variabili, costruite però non per rendere al popolo ciò che gli spetta di diritto, ma solo per compiacere a questo o quello dei defunti (moralmente) politici che pensano solo alla loro convenienza invece che a raddrizzare una barca che sta affondando.

Per fortuna abbiamo ancora qualcuno che ci ama. E’ il noto costituzionalista Michele Ainis a venirci in soccorso con uno splendido articolo apparso su Repubblica e dal titolo Il male italiano della Capocrazia nel quale spiega succintamente lo strame di regole in cui sguazzano tutti i maggiori partiti in lizza per il potere che potranno, col nostro voto, conquistare per tutta la prossima legislatura (cinque anni).

Siccome per esser certi di arrivarci serve loro una legge elettorale tagliata su misura, eccoli già qua a scrivere gli ingredienti della frittata, profittando come al solito del fatto che generalmente la gente non ama spaccarsi la testa per capire certi rompicapo.

Ainis non risparmia nessuno, anche se tutti, come al solito, giustificano la brama di potere con le solite chiacchiere sulla governabilità, le riforme, la crisi, eccetera. Eppure è dai tempi di Mussolini (sono io a dirlo, non Ainis, ma forse sarebbe d’accordo anche lui) che nessun capo di governo in Italia ha mai avuto tanto potere. Specialmente se, come Renzipuò unire alla carica di primo ministro anche quella di segretario del partito di maggioranza. Perché affrontare gli impicci di cercare in Parlamento gli accordi per fare le riforme quando è più semplice mettersi d’accordo subito su come spartirsi le poltrone?

Grillo e i 5Stelle? A parole, forse anche nelle intenzioni, sono adorabili, ma sulla carta e nei fatti (e nel sito, nelle regole, nell’organizzazione) sono un disastro. Ora che Grillo si ritira e che il povero Roberto non c’è più, sarà anche peggio (con tutta la mia stima e l’incoraggiamento a Di Maio, beninteso. Ma dove spera di andare con quella base di poche decine di migliaia di sparpagliati attivisti dentro ad una “piattaforma” digitale così inadeguata, per ora, a un peso e una responsabilità così profonda?). Spero si siano almeno accorti che, se non cominciano a fare sul serio, la loro parabola discendente è già iniziata.

Di Forza Italia sarebbe meglio non parlarne nemmeno, tanto è incredibile sia la sua genesi (a partire da quel ridicolo nome) che la sua storia. Perché va bene tutto e politici che prendono in giro la gente ci sono dappertutto, mica solo in Italia. Ma di un partito “padronale” come quello di Berlusconi non esistono eguali in nessuna parte del mondo. Lui, padre padrone, lo fa, lo disfa, lo ricuce. Non va in galera solo perché è vecchio, si rimette in pista grazie a San Matteo (protettore di tutti gli zombie della politica) e ora vorrebbe sfruttare di nuovo il suo formidabile fiuto di affarista per ritornare alla ribalta a 80 anni suonati grazie al porcellum rosatellum? Certo, gli italiani sono buoni, ma non son tutti boccaloni. Cosa ha fatto di buono per l’Italia durante i suoi anni di “regno”? Niente. Chiedete a chi c’era e vi dirà che si stava meglio prima della sua “discesa in campo”. A sua discolpa accampa la stessa scusa di Renzi: non mi hanno lasciato governare.

La Lega è sicuramente migliorata con Salvini. Basta dire che lui ha finalmente cancellato quelle ridicole processioni in riva al Po con le ampolle della “sacra Padania” per dire che un bel passo avanti sul piano della politica è stato fatto. Anche l’estensione a tutto il territorio nazionale (accantonando in parte quell’odioso razzismo che la caratterizzava) è positivo, ma ci vorrà ancora un bel po’ di tempo per far dimenticare la parola d’ordine “Roma ladrona” dato che, nonostante i vari governi nazionali e regionali ricoperti, per ora alla Lega verrebbe facile cambiare il nome della città ma non l’appellativo di “ladrona”.

Tutti questi “campioni” di democrazia si apprestano dunque a scomporsi e ricomporsi magicamente come in un caleidoscopio, al solo scopo di conquistare o riconquistare le poltrone di maggior peso, condividendo peraltro solo il principio politico della “capocrazia”.

Infatti, se qualcuno dei miei cortesi lettori mi conferma di aver capito e condividere le alchimie elettorali del Rosatellum bis o dei sotterfugi dentro e fuori dai partiti per spianare la strada alla spartizione del potere in vista della consultazione elettorale, si merita una medaglia.

Lorsignori, invece, per ora si meritano solo non le monetine come a Craxi, ma proprio le uova marce, affinché giunga anche alle loro narici la puzza della “capocrazia” a cui ci vogliono sottomettere.

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