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Spese pazze Pd Lazio, rinvio a giudizio per 16 ex consiglieri regionali: accusati di peculato, abuso d’ufficio e truffa

Saranno processati l'ex capogruppo in Regione e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, ma anche i senatori Bruno Astorre, Claudio Moscardelli, Daniela Valentini, Francesco Scalia e Giancarlo Lucherini. Alla sbarra anche l'ex capo della segreteria di Ignazio Marino, Enzo Foschi e il deputato Marco Di Stefano
Spese pazze Pd Lazio, rinvio a giudizio per 16 ex consiglieri regionali: accusati di peculato, abuso d’ufficio e truffa
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Con i soldi del gruppo in consiglio regionale si sono pagati pranzi, cene e persino sagre del tartufo. Con questa accusa saranno processati 16 ex consiglieri regionali del Pd nel Lazio. Lo ha deciso il gup Alessandra Boffi accogliendo le richieste dei pm Alberto Pioletti e Laura Condemi. I reati contestati a vario titolo sono peculato, abuso d’ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e truffaLe accuse si riferiscono al periodo 2010-2013 e riguardano l’utilizzo dei fondi regionali anche per l’acquisto di servizi in realtà mai effettuati dalle società coinvolte.

Rinviati a giudizio nel processo che inizierà il 22 gennaio del 2017 ci sono esponenti importanti del partito di Matteo Renzi. A cominciare dall’ex capogruppo del Pd in Regione e attuale sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, nome di punta dei dem romani. Alla sbarra ci sono anche gli attuali senatori Bruno Astorre, Claudio Moscardelli, Daniela Valentini, Francesco Scalia e Giancarlo Lucherini, più l’ex capo della segreteria di Ignazio Marino, Enzo Foschi. Sarà processato anche il deputato Marco Di Stefano, che nell’aprile del 2016 aveva già incassato il rinvio a giudizio con le accuse di abuso d’ufficio, truffa e falso per presunti illeciti legati a un mega affare immobiliare.

L’indagine nasce dalle condotte contestate a Mario Perilli, originario di Rieti, che con i soldi destinati al funzionamento del gruppo avrebbe offerto ad amici e simpatizzanti pranzi e feste dagli 8 ai 20mila euro. Tra le storie documentate dagli inquirenti c’è per esempio quella dei 25 fagiani frutto di una battuta di caccia a Fiumicino, messi a tavola ma anche sul conto. Gli ex consiglieri sono accusati di aver pagato con soldi pubblici le multe, i biglietti aerei e pure gli addobbi per l’albero di Natale. C’è chi ha messo in conto una bottiglietta d’acqua da 45 centesimi ma anche chi ha finanziato una sagra del tartufo con 5.000 euro e spacciandola come convegno.

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