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Brexit, “no all’obbligo di visto per i turisti Ue che viaggeranno in Gran Bretagna”

La proposta del governo May ha già suscitato le critiche dell'Ukip: secondo Nigel Farage ci si "inchina" al volere di Bruxelles. Mercoledì era stata rinviata al mittente senza mezzi termini dal negoziatore del Parlamento europeo l'idea di una "unione doganale temporanea" con l’Unione europea: "Fantasia"
Brexit, “no all’obbligo di visto per i turisti Ue che viaggeranno in Gran Bretagna”
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Niente obbligo di visto per i viaggiatori Ue che arrivano nel Regno Unito dopo la Brexit. E’ la linea proposta dal governo britannico, secondo la Bbc. Dovranno invece richiedere un permesso quanti vogliono lavorare, studiare o trasferirsi nel Paese. La posizione di Londra è destinata a suscitare nuove polemiche interne da parte di chi afferma che in questo modo non si può controllare in modo sicuro l’immigrazione in Gran Bretagna.

La notizia arriva il giorno dopo la proposta, avanzata dal governo May, di una “unione doganale temporanea” con l’Unione europea. Proposta rinviata al mittente senza mezzi termini dal negoziatore del Parlamento europeo per la Brexit, Guy Verhofstadt: “Essere dentro e fuori l’Unione doganale e ‘frontiere invisibili’ è una fantasia”, il suo tweet. “Prima bisogna mettere in sicurezza i diritti dei cittadini e sistemare i conti”. Intanto Sky news, citando fonti britanniche non identificate, fa sapere che la prossima fase di colloqui sulla Brexit sarà “probabilmente rimandata” a dicembre, a causa dei progressi insufficienti.

Tornando al nuovo sistema di immigrazione per i cittadini Ue, secondo il Times sarà previsto un periodo di transizione dopo che il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’Ue nel marzo 2019. Inizialmente, quanti si spostano in Gran Bretagna per lavorare dovranno semplicemente registrarsi presso l’Home Office senza incorrere in restrizioni. Fra i maggiori critici di quella che sta emergendo come la linea del governo di Londra c’è l’ex leader dell’Ukip, Nigel Farage, secondo cui ancora una volta ci si “inchina” al volere di Bruxelles. Non la pensa così invece il deputato conservatore, fortemente euroscettico, Andrew Bridgen, secondo cui non avrebbe senso imporre un visto ai viaggiatori europei. “Le stesse restrizioni varrebbero poi per i britannici che visitano il continente – ha detto – vi sembra possibile avere un sistema di visti per fare un fine settimana a Parigi?”.

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