E’ senza dubbio una delle vetture più iconiche della storia dell’auto, la Mercedes 300 SL “ali di gabbiano”. E guarda caso nasce e si afferma nello stesso periodo, tra gli anni ’50 e gli anni ’60, in cui vedeva la luce anche una delle più importanti rassegne artistiche italiane: il Festival dei Due Mondi di Spoleto, la cui prima edizione risale al 1958. Sono quasi sessant’anni dunque, un traguardo che la casa della Stella ha voluto sottolineare proprio con la presenza fisica, fino al 16 luglio, della sua “vecchia” 300 SL, anche in virtù del sodalizio che da qualche anno la lega all’evento di Spoleto. Ma questa non è l’unica sorpresa, perché accanto alla tradizione c’è spazio anche per la modernità. Ovvero per la AMG GT R, l’ultima nata tra le vetture messe a punto dalla divisione ad alte prestazioni di Mercedes, che sarà esposta in Piazza della Signoria.
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La Mercedes 300 SL “ali di gabbiano” rende omaggio al Festival dei Due Mondi – FOTO
1 /4 Mercedes 300 SL ali di gabbiano Spoleto
- 23:14 - Italia-Israele 4-1, poker azzurro a Udine
Udine, 14 ott. - (Adnkronos) - L'Italia batte 4-1 Israele, conquista la terza vittoria in quattro partite e resta al comando del gruppo 2 di Lega A di Nations League. Al 'Bluenergy Stadium' di Udine gli azzurri si impongono grazie alle reti di Retegui su rigore al 41', Di Lorenzo al 54' e 79' e Frattesi al 72'; di Fani al 66' il gol della bandiera per gli ospiti. Nell'altro match del gruppo 2 di Lega A vittoria per 2-1 della Francia in Belgio. In classifica i ragazzi di Spalletti si confermano al comando con 10 punti, poi Francia a 9, Belgio a 4 e Israele ultimo senza punti.
Durante gli inni nazionali il non particolarmente numeroso pubblico presente fischia quello israeliano. Fischi anche al momento della stretta di mano tra i due ct, Luciano Spalletti e Ben Shimon.
Poi si parte e il tema della partita è chiaro sin dai primi minuti con gli azzurri che gestiscono il possesso palla e gli ospiti chiusi in difesa che puntano sulle ripartenze. Il primo tiro è israeliano con una conclusione di Gloukh: palla fuori non di molto. Al 14' Italia vicina al vantaggio, Retegui va in profondità e calcia a tu per tu con Glazer, gran parata del portiere israeliano. Al 18' bella combinazione Raspadori, Frattesi, Retegui e conclusione dell'attaccante dell'Atalanta, Glazer si fa trovare ancora pronto e devia in angolo. Al 20' incursione di Tonali che arriva a tu per tu con Glazer che ancora una volta ha la meglio e salva i suoi.
Alla mezz'ora altra opportunità per l'Italia, cross basso e teso dalla sinistra di Dimarco, non ci arriva Frattesi, sul secondo palo Retegui calcia e manda sull'esterno della rete. Israele prova a reagire con un altro tentativo di Gloukh e palla nuovamente oltre la traversa. Al 35' sugli sviluppi di un corner, Glazer allontana in uscita, palla sui piedi di Raspadori che ci prova di prima intenzione, palla oltre la traversa. Al 37' cross di Di Lorenzo, Retegui gira di testa ma la sua conclusione finisce fuori. Gli sforzi dell'Italia vengono premiati al 41' grazie a un calcio di rigore concesso per fallo su Tonali. Dagli 11 metri Retegui non sbaglia: 1-0 per gli azzurri. Al 43' Italia vicinissima al raddoppio, Retegui serve Raspadori all'altezza del dischetto ma l'attaccante del Napoli perde la coordinazione e va a terra senza calciare a rete.
Si riparte con due cambi: Ricci per Fagioli nell'Italia e Jaber al posto Kanichowsky per Israele. Il leit motiv dell'incontro non cambia: padroni di casa all'attacco con l'obiettivo di chiudere la partita e ospiti in difesa. Al 9' il raddoppio azzurro: dagli sviluppi di un calcio di punizione di Raspadori, Di Lorenzo salta più in alto di tutti e batte di testa Glazer. Al quarto d'ora calcio d'angolo ben calciato da Tonali, arriva Frattesi che però mette fuori. Al 19' doppio cambio per Shimon: escono Haziza e Madmon, entrano Khalaili e Gropper.
Al 21' Israele accorcia le distanze. Direttamente da calcio d'angolo Abu Fani mette in rete con Vicario disturbato da Baltaxa ma per l'arbitro è tutto regolare. Al 23' tentativo di testa di Bastoni, con Glazer che devia in angolo. Al 27' gli azzurri calano il tris con Frattesi. Ancora Dimarco da sinistra crossa sempre rasoterra, di prima intenzione il centrocampista dell'Inter batte Glazer. Al 29' doppio cambio azzurro con Udogie e Maldini al posto di Dimarco e Raspadori. Esordio in nazionale per il figlio d'arte. Con Cesare, Paolo e Daniel, quella Maldini è la prima parentela diretta con ben tre giocatori (nonno, padre e figlio) nella storia dell’Italia. Sono trascorsi 22 anni e 118 giorni dall’ultima gara con l’Italia di Paolo e 61anni e 1 giorno dall’ultima di Cesare.
Al 34' poker azzurro, altra bellissima azione dell'Italia: Maldini per Udogie, cross arretrato, arriva Di Lorenzo che controlla, calcia e segna la sua doppietta. Al 39' bella giocata di Maldini che riceve al limite rientra sul destro e calcia con palla fuori di poco. Un minuto dopo altro cambio di Spalletti con Lucca, anche lui al debutto in azzurro, al posto di Retegui. Al 41' problema a una caviglia per Frattesi che esce dal campo sostituito da Buongiorno.
- 21:34 - Mic: 'no comment' e imbarazzo Fdi su nomina Spano, ira Pro Vita 'traditi elettori'
Roma, 14 ott. (Adnkronos) - Con l'ufficializzazione della nomina di Francesco Spano a nuovo capo di gabinetto del ministro della Cultura Alessandro Giuli, cresce il malumore all'interno di Fratelli d'Italia. Nel mirino di una frangia del partito il passato di Spano, che nel 2017 sotto il governo Gentiloni lasciò la guida dell'Unar (l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) dopo un servizio de 'Le Iene' che dava conto di un finanziamento di oltre 50mila euro a un'associazione Lgbtq - di cui lo stesso Spano sarebbe stato socio - accusata di organizzare serate a sfondo sessuale nei propri circoli. Nessuno, all'interno di Fdi, si espone in chiaro per esternare la propria sorpresa e il proprio malcontento verso il profilo designato da Giuli in sostituzione del capo di gabinetto silurato, Francesco Gilioli. Ma a taccuini chiusi c'è chi non si tira indietro.
"Quella del ministro è una scelta fiduciaria", si limita a osservare con l'Adnkronos un parlamentare di Fratelli d'Italia di lungo corso, ricordando la lunga collaborazione di Spano con Giuli alla Fondazione Maxxi in qualità di segretario generale. I malumori nell'ambiente, fuori e dentro al partito, spiega la fonte, "sono legati al fatto che lo stesso Spano è stato oggetto di un'interrogazione presentata dalla presidente Meloni" nella quale veniva chiesta a gran voce la chiusura dell'Unar. Ma Meloni non è stata l'unica in Fdi a occuparsi della questione Unar tramite atti di sindacato ispettivo.
Risale al 20 febbraio 2017 il post con cui la premier invocava "oggi stesso" la chiusura dell'Ufficio antidiscriminazioni. "L'Italia - scriveva l'allora esponente dell'opposizione - non ha alcun bisogno di un 'ufficio' che con una mano finanzia un'associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l'altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero. Non un euro in più delle tasse degli italiani deve essere buttato per pagare lo stipendio a dei signori, come il direttore dell'Unar Spano, che in evidente conflitto d'interessi assegnano decine di migliaia di euro di soldi pubblici ad associazioni di cui sono soci". Il 20 luglio dello stesso anno l'attuale capogruppo di Fdi al Senato Lucio Malan tornava sul caso Unar sempre con un'interrogazione, chiedendo "quali iniziative il governo intenda adottare affinché l'Unar si occupi di quanto previsto dalla legge e non di altro; se in particolare risulti se l'Unar cesserà di orientare in prevalenza il proprio operato a sostegno degli interessi delle associazioni Lgbt a discapito delle svariate e reali forme di discriminazione che affliggono la società italiana".
Malan chiedeva di sapere inoltre "quali criteri l'Unar adotterà per garantire trasparenza sull'operato delle associazioni che finanzia" e se "il prossimo direttore dell'Unar (...) sarà un altro personaggio imposto dall'associazionismo gay o se sarà finalmente una persona capace di svolgere adeguatamente il proprio ruolo, combattendo le discriminazioni menzionate nella legge e comunque rappresenti le varie componenti della società, incluse le associazioni delle famiglie e dei genitori".
L'Adnkronos ha contattato Malan per un commento sulla vicenda Spano ma il presidente dei senatori meloniani si è trincerato dietro un laconico "no comment". Come lui anche altri esponenti di Fdi vicini al mondo "Pro Vita" hanno declinato commenti. Intanto l'associazione "Pro Vita & Famiglia" rincara la dose dopo il via ibera alla nomina voluta da Giuli: "La promozione di Francesco Spano a capo di gabinetto del ministro della Cultura Alessandro Giuli - attacca il portavoce della onlus, Jacopo Coghe - è un'indecenza politica che tradisce il patto di coerenza tra la maggioranza di governo e gli elettori, che non hanno votato Fratelli d'Italia per veder tornare in un ruolo chiave un funzionario di area Pd travolto dallo scandalo dei finanziamenti alle associazioni Lgbt quando era direttore dell'Unar".
"Gli elettori di centrodestra sono furiosi per questa incoerenza", prosegue Coghe citando a titolo di esempio "la sfilza di commenti critici sui social network" e la petizione che "Pro Vita & Famiglia" aveva lanciato contro la nomina di Spano, "che in poche ore ha raccolto quasi 15.000 firme". "Anche fonti interne di Fdi - aggiunge il portavoce dell'associazione - ci hanno confidato il loro sconcerto per l'avallo della premier su questa vicenda".
- 20:37 - Milano: ordinanza Riesame su Hydra, 'accordo stabile tra mafie per aumentare profitti'
Milano, 14 ott. (Adnkronos) - "Un accordo stabile e duraturo" tra gli indagati legati alle diverse organizzazioni criminali (calabrese, siciliana e romana-napoletana) e associati attraverso l'apporto comune di capitali, la predisposizione di mezzi, la messa a disposizione di risorse umane, la costituzione di società, tutti elementi funzionalmente aggregati dal fine comune, ossia quello di trarre profitto attraverso molteplici attività". E' questo il "sistema mafioso lombardo" ricostruito dalla procura di Milano, 'azzerato' dal gip Tommaso Perna, e ora riconosciuto dal Riesame che rimette in piede l'inchiesta Hydra. Lo scorso anno erano stati concessi 11 arresti su 153 misure cautelari, oggi il tribunale delle Libertà aggiunge 13 arresti 'virtuali' (bisognerà attendere la pronuncia della Cassazione) nei confronti di alcuni personaggi simbolo dell'indagine ossia Giuseppe Fidanzati, Gioacchino Amico e Massimo Rosi. Nomi di spicco dell'associazione di stampo mafioso operante in Lombardia, di volta in volta riconducibile, alle famiglie di Cosa Nostra dei Fidanzati e dei corleonesi, alla 'ndrangheta della cosca Iamonte e Romeo, alla camorra delle famiglia Senese.
"Dalle indagini è emerso con chiarezza che l'associazione ha dimostrato una notevole diffusività nei settori più disparati dell'economia lombarda, progettando continuamente nuove iniziative, ed evidenziando una spiccata capacità di adattamento e di risposta alle sollecitazioni della società, ivi comprese le riforme economiche da cui ha tratto enormi profitti, sfruttando le iniziative legislative assunte al fine di promuovere l'iniziativa imprenditoriale per superare la crisi economica collegata alla pandemia", ad esempio l'Ecobonus nel settore edile o le opportunità nel settore sanitario post Covid. La lunga ordinanza - poco più di 300 pagine - non condivide nessuna considerazione, né nel merito né sul piano cautelare, del gip Perna - l'uico a evocare la super mafia) e il collegio presieduto da Luisa Savoia (giudici Monica Amicone e Caterina Ambrosino) rimarca - a partire dall'intercettazione la "costruzione di un impero" - sia "uno snodo centrale: dimostra che l'associazione esiste in termini propriamente strutturali, e che i soggetti che ne fanno parte, appartenenti alle mafie storiche operativamente attive sul territorio milanese e del varesotto, con il placet delle associazioni di riferimento danno luogo ad una collaborazione sistemica limitata, nei termini accertati, da un certo contesto territoriale (quello lombardo), che ha prima di tutto in sé oltre che nelle azioni concrete una connotazione mafiosa, senza che ciò implichi né fusione tra associazioni mafiose né abiura della appartenenza mafiosa genetica", laddove la diversa appartenenza non costituisce un problema per gli indagati: "qua siamo tutti e tre, siamo tutti insieme, siamo tutti una cosa", è un'altra intercettazione.
Per il collegio "il tema non è la fama mafiosa del singolo associato ma una fama mafiosa che accomuna nella sua essenza i vertici del sodalizio (Errante Parrino, i Crea, i Pace, Rispoli e Rosi; Vestiti e Senese) e che nutre di tale mafiosità l'intero gruppo (al quale partecipano anche soggetti che una caratura omologa non sono in grado di spendere), deve rilevarsi che è stato ampiamente dimostrato che il sodalizio abbia fatto effettivo, concreto, attuale e percepibile uso - anche con metodi violenti o minacciosi - della forza di intimidazione nella commissione di delitti come nella acquisizione del controllo e gestione di attività economiche, che sono propriamente gli ambiti di attività che, secondo il parametro normativo, tipizzano al natura mafiosa del gruppo.
- 20:03 - Manovra: Schlein, ‘anche quest’anno Pd chiederà 4 mld in sanità’
Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - “La spesa delle famiglie italiane è aumentata di 4,3 miliardi. La stessa cifra che noi lo scorso anno chiedevamo di mettere in manovra per la sanità. Torneremo a chiederlo”. Così Elly Schlein al convegno Pd al Senato sulla manovra.
- 20:02 - Pd: Schlein, ‘sinistra si riappropri di parola redistribuzione’
Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - “Io ho rivendicato spesso come la sinistra debba riappropriarsi della parola ‘redistribuzione’: redistribuzione dei redditi, delle ricchezze, del sapere e del tempo. Ma non basta più ragionare di politiche redistributive rispetto ai disastri del sistema economico attuale. Bisogna agire in ottica pre-redistributiva e questo vuol dire istruzione e formazione, altrimenti la redistribuzione ex post sarà insufficiente per combattere le disuguaglianze”. Così Elly Schlein al convegno del Pd al Senato sulla manovra.
- 19:53 - Spazio: Milano capitale, al via al Mico il 75esimo Congresso Iac
Milano, 14 ott. (Adnkronos) - Da oggi fino al 18 ottobre Milano è capitale dello spazio: ha preso il via questa mattina il 75esimo Congresso astronautico internazionale, organizzato dalla Federazione astronautica internazionale (Iaf). Il tema scelto per l'edizione 2024 è sostenibilità.
Ospitato in Italia con il coordinamento dell'associazione italiana di aeronautica e astronautica (Aidaa), Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Leonardo, rappresenta "il risultato riuscito di uno sforzo coordinato del sistema Italia", come spiega il presidente dell'Agenzia spaziale italiana, Teodoro Valente. Questo congresso rappresenta inoltre "una piattaforma unica e globale che favorisce lo scambio di conoscenze tra Paesi lontani, emergenti e in via di sviluppo. Svolge un ruolo cruciale nella costruzione di nuove partnership tra le diverse comunità spaziali composte da agenzie spaziali, industria, accademia, giovani, decisori e tutti i rappresentanti della società civile". E si tratta di "una pietra miliare per la leadership spaziale con un numero senza precedenti di 60 capi di agenzie spaziali e leader provenienti dai 5 Continenti".
Numerose le personalità della politica e dell'economia che hanno preso parte alla cerimonia inaugurale, tra cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, l'ad di Leonardo Roberto Cingolani, il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Presente anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha sottolineato: "La collaborazione multilaterale in ambito spaziale deve essere un esempio e un modello. Questa collaborazione deve coinvolgere anche il mondo delle imprese e della ricerca. Imprese e centri di ricerca sono il motore dell’innovazione e grazie alle loro tecnologie spaziali trovano applicazione nei settori più diversi, contribuendo a trasformare in meglio la nostra società".
- 19:46 - Messina Denaro: decorrenza dei termini, liberi i fedelissimi del boss
Palermo, 14 ott. (Adnkronos) - Scadono i termini di custodia cautelare e alcuni dei fiancheggiatori del boss mafioso Matteo Messina Denaro sono tornati in libertà. Oggi la Corte d'appello di Palermo ha ridotto le pene agli imputati del processo "Anno zero", celebrato con il rito abbreviato contro la mafia del Trapanese e i presunti fiancheggiatori del capomafia morto l'anno scorso per un tumore. I giudici hanno ordinato la scarcerazione di dieci imputati, dopo avere preso atto del decorso dei termini massimi di custodia cautelare, perché detenuto dal 2018. La Corte di Cassazione aveva chiesto la rivalutazione di un'aggravante, quella del reimpiego dei profitti dell'attività criminosa in forme di investimenti leciti. Adesso è possibile un ulteriore ricorso alla Cassazione. Ma nel frattempo gli imputati che non hanno altre condanne possono restare a piede libero.