Se è vero che il futuro della comunicazione politica si gioca in rete, i partiti tradizionali sembrano ancora non aver capito la sfida che li attende.

Abbiamo svolto un’analisi sviluppando un modello di ricerca partendo dai dati di Google Insight, che raccontano su una scala da 0 a 100 l’interesse (in Italia) agli argomenti specifici che vengono analizzati.

Il confronto che abbiamo strutturato riguarda:

I risultati ottenuti rivelano, senza molte sorprese, una presenza su Google nettamente a favore del Movimento 5 Stelle, un dato che si poteva facilmente intuire, ma che evidenzia anche una clamorosa assenza complessiva di tutti gli altri partiti. Solo le primarie di Pd e Lega scuotono un trend piatto e generano gli unici due picchi per i relativi schieramenti.

Abbiamo poi spinto la ricerca più in profondità, analizzando l’interesse a livello regionale, realizzando questa classifica:

M5S

Pd

Forza Italia

Lega Nord

Questa differenziazione si evidenzia anche nelle pagine indicizzate dai motori di ricerca dei siti più rappresentativi dei diversi schieramenti:
– Beppegrillo.it 81.700 pagine
– Leganord.org 23.500 pagine
– Partitodemocratico.it 22.800 pagine
– Forzaitalia.it 1960 pagine

Solo il sito del M5S e del Partito Democratico sono però indicizzati su Google Notizie, una discriminante che incide in maniera determinante sul traffico.

Diventa quindi una priorità assoluta per la comunicazione politica non solo recuperare il gap di contenuti dei propri siti, ma anche instaurare un rapporto di maggior approfondimento del semplice post sui social, perché durante le elezioni sarà più determinante una lettura approfondita delle proprie argomentazioni di un like per partito preso.

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