Scontro acceso a L’Aria che Tira (La7) tra la giornalista de Il Corriere della Sera, Maria Teresa Meli, e la firma dell‘Espresso, Emiliano Fittipaldi, sull’inchiesta Consip. Al rovente dibattito partecipa anche il direttore de Il Centro, Primo Di Nicola, autore del libro inchiesta “Orgoglio e Vitalizio”, insieme ad Antonio Pintoni e Giorgio Velardi (ed. Paper First). “Vogliono fregare Renzi” – commenta Meli, riferendosi alla volontà espressa da una parte del Pd di spostare il congresso del partito – “ma lui non lo rinvierà mai. Questa vicenda non finirà per ora, poi magari tra 6 mesi si dirà, come per la Guidi: ‘Scusi, tante grazie, non ha fatto niente’. L’inchiesta Consip? Quando mi viene raccontato che c’è un magistrato che va in una discarica ad attaccare dei pezzettini di carta, in cui c’è una T che sarebbe l’iniziale di Tiziano Renzi, io mi fermo, perché in un Paese civile una prova del genere sarebbe stata buttata“. E si scontra con Fittipaldi: “Non si può giocare sulla vita delle persone, non si possono sputtanarle. E non possiamo farlo noi giornalisti, ma voi giornalisti giudiziari lo fate spesso”. “Io non sono cronista giudiziario, ma un giornalista d’inchiesta” – ribatte Fittipaldi – “L’aspetto interessante di questa vicenda non è quello penale, ma politico. Marroni non è uno qualsiasi, ma un renziano di ferro messo un anno e mezzo fa a capo della più importante Spa pubblica proprio dal governo Renzi. A un certo punto, senza che nessuno lo costringa, racconta a un magistrato delle cose di una gravità inaudita. Sono per me fatti immorali, che coinvolgono una parte importante dl giglio magico. Perché Lotti non ha querelato per calunnia Marroni di fronte alle sue accuse?“. “Se lo avesse fatto, cosa sarebbe cambiato? Tanto Lotti è indagato ugualmente“, replica Meli. “Se Lotti avesse querelato Marroni, in qualche modo avrebbe dimostrato che Marroni ha detto delle balle”. “Sì, ma nel frattempo la gente viene sputtanata“, insorge la firma del Corriere. “Veramente il tuo giornale oggi apre con 4 colonne sulla vicenda Consip“, obietta Fittipaldi. “La mia era autocritica”, precisa Meli, che si rende protagonista di un’altra polemica con Di Nicola. “E’ ingiusto dare l’immagine di questa inchiesta con magistrati e inquirenti che rovistano nella spazzatura”, osserva il direttore de Il Centro, che sottolinea il merito di Fittipaldi e de Il Fatto Quotidiano per aver raccontato la vicenda Consip. “E’ così, ci sono le foto” – insiste Meli – “Questa T e questa L poi sono fondamentali per l’inchiesta. Ragazzi, io penso che voi siate un po’ troppo leggeri. Si tratta della vita delle persone!”

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