Se fino ad ora ottenere le necessarie ore di sostegno in classe è stato qualcosa di “molto difficile”, con le nuove deleghe sul sostegno diventerà “quasi impossibile, in particolare nel Sud d’Italia” . Ne è convinto Gianfranco Notari, papà di un ragazzo autistico che frequenta il quinto anno delle superiori in provincia di Napoli. Il “vero discrimine” nella realtà di oggi è tra “gli alunni certificati che non hanno la sentenza” a loro favore per avere quello di cui hanno bisogno in classe e “quelli che hanno la sentenza e possono creare problemi all’amministrazione e alla dirigenza scolastica”. “Il problema di fondo da chiarire è se per il ministero dell’Istruzione e i vari Governi l’ingresso e la permanenza nella scuola pubblica italiana e il successo formativo degli studenti con disabilità sono ancora considerati un obiettivo e un successo da perseguire? Oppure, come sempre più confermano i fatti, il capitolo studenti disabili è l’ennesimo comparto del mondo della scuola su cui operare tagli?”. Le risorse economiche per l’inclusione scolastica “risultano insufficienti” e “siamo convinti che non saranno più garantite”, anche perché il legislatore ha inserito il termine “nei limiti delle risorse disponibili”, quasi a mettere “le mani avanti” nel caso in cui non fossero disponibili i soldi necessari “a coprire servizi fondamentali”.

“Per ottenere il numero di ore adeguate di sostegno per mio figlio con autismo ad alto funzionamento – racconta Notari dell’associazione Genitori Tosti in tutti i posti Onlus – abbiamo dovuto citare in giudizio il Miur per ben tre volte portandolo davanti al Tar della Campania per far sì che la Costituzione e le leggi della Repubblica siano rispettate e applicate davvero. E non siamo certo i primi né gli unici: sono più di vent’anni ormai che questo tipo di azione legale è diventato prassi, anche se solo per quei genitori che hanno i mezzi economici, le informazioni e la volontà di combattere questo stato di cose inaccettabile”.

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