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Pesca, ascensori etc. - 13/13

Dal 1955 al 2015 il nostro Paese è finito 642 volte davanti alla Corte di Giustizia Europea. La mancata applicazione delle direttive di Bruxelles costa ogni anno 500 milioni di euro. Dai rifiuti al debito pubblico, fino all'utilizzo delle buste di plastica, ecco la mappa di ciò che l'Italia dovrebbe fare e invece non fa
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Pesca, ascensori etc.

ZumaPress- Tokyo, Japan - Tsukiji Fish Market employers set frozen Blue fin Tuna on row. The Tsukiji fish market handls almost 3000 tons of fish per day, is the largest wholesale fish and seafood market in the world. The market is about to be relocated between 2014 and 2015 in Toyosu due to the demand of land in sight of the Tokyo's 2020 olympics. Mercato dei tonni a TokyoLaPresse -- Only Italy

I procedimenti attivi ricoprono settori ampi per i quali l’Italia non si è messa in regola con le direttive dell’Ue e oltre a temi più “rilevanti” i richiami sono rivolti anche a lievi difformità normative, come l’attività di pesca delle navi battenti bandiera italiana nelle acque della Guinea Bissau e Gambia, o la legislazione sulla sicurezza per gli ascensori, o quella sul mancato recupero degli aiuti di stato concessi agli alberghi sardi. Ma non finisce certo qui, infatti altre procedure sono state aperte per l’affidamento dei lavori sulla Civitavecchia-Livorno, per le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo in Italia e per la richiesta di un contributo per l’emissione del permesso di soggiorno, sul rimpatrio degli immigrati irregolari e sulla situazione dei minori richiedenti asilo. In ogni caso, il processo per arrivare al pagamento di una sanzione è molto lungo e, l’Unione Europea, permette agli stati membri di conformarsi al diritto Ue ed evitare pesanti multe, attraverso costanti valutazioni dei progressi fatti e la sospensione o estinzione di alcune procedure, lasciando la libertà ai governi dei paesi membri di agire per evitare che alla fine siano i contribuenti a pagare.

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