European Parliament president Antonio Tajani during the second day of the 18th National Congress of the Party held at Caja Magica pavillion in Madrid, Spain on 11 February 2017. The congress runs from 10 to 12 February. EFE/Fernando Villar

Aperta nel 2014 sotto l’allora commissario Antonio Tajani e messa in pausa per circa due anni grazie ai lievi miglioramenti ottenuti, la procedura sul ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione è entrata nella seconda fase da metà febbraio 2017. Il motivo? Le regole europee approvate nel 2013 impongono che la Pa paghi i propri fornitori entro 30-60 giorni e l’Italia lo fa in media in 144 giorni, rischiando di far fallire aziende sane a causa di crediti non riscossi. I dati parlano chiaro: dei 28 stati dell’Ue siamo quello che impiega più tempo per pagare i propri fornitori. L’invio del parere motivato è già avvenuto e ora lo Stato italiano ha due mesi per correre ai ripari o si troverà deferito davanti alla Corte di Giustizia Europea.

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