Trump? Certo che cucinerei per lui. Io razzista? Che cazzo mi frega”. Così, in un lungo show a La Zanzara (Radio24), Gianfranco Vissani, patron del ristorante Casa Vissani a Terni e noto per essere stato lo chef di Massimo D’Alema, risponde a una domanda dei conduttori, Giuseppe Cruciani e David Parenzo. E aggiunge: “Veramente fui chiamato anche da Hillary… no, lei… come si chiama quello? Bill Clinton. A proposito, volete sapere una barzelletta sulla Lewinsky?”. Vissani si lancia in un fluviale repertorio di freddure boccaccesche su nani, gay, ebrei, vegani. E su questi ultimi precisa: “Non ho mai detto che mi fanno schifo. Ma rompono i coglioni. I campi rom? Se li mettono davanti al mio ristorante, li porto via con le motopale“. Il cuoco scodella anche consigli su cibi afrodisiaci: “Innanzitutto, non diciamo stronzate su cose come tartufo bianco, gamberi e ostriche. Non è vero niente. Tutto dipende da come ti poni al cospetto di una donna. Ad esempio, non bisogna fare mai il piedino, è una cosa volgare. Al contrario, una ostrica va imboccata oppure si devono regalare rose rosse, anche mille. Io in vita mia ne ho donate 24 al massimo. La pietanza ideale per una cena con una donna?” – continua – “La frittura di calamaretti, la piccola frittura di pesce, così poi le donne si puliscono le dita in bocca: le eccita. Prostitute? Non sono mai andato a mignotte, siete matti? Me l’hanno sempre data gratis”. Vissani, infine, si pronuncia sulle sue preferenze politiche: “Salvini? Mi piace Matteo, l’ho conosciuto a Ballarò e lo voterei volentieri. Ma voterei anche… come si chiama? Beppe Grillo. Lui difende i nostri agricoltori e rispetto a Salvini ha più voti. Matteo potrà raggiungere i grandi numeri solo tra due o tre anni. Europa? Non mi piace, vorrei tornare alla lira

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