Ci sarà anche Angelino Alfano a commemorare la morte di Bettino Craxi ad Hammamet, in Tunisia. Domani, infatti, ricorre il diciassettesimo anniversario della scomparsa dell’ex leader socialista, morto latitante nella città tunisina  il 19 gennaio del 2000. E a commemorare la morte dell’ex presidente del consiglio ci sarà anche il ministro degli Esteri del governo di Paolo Gentiloni. Ad annunciarlo è la figlia di Bettino Craxi, Stefania, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Appena ho saputo che Angelino Alfano aveva in programma una visita ufficiale in Tunisia gli ho chiesto di venire ad Hammamet ed ha accettato senza esitazioni“, spiega la donna che – secondo il quotidiano di via Solferino – “anticipa con un pizzico di trattenuta soddisfazione la prima volta di un ministro di un governo di centrosinistra (per quanto di estrazione politica opposta) al cimitero della cittadina tunisina”.  Per la verità, però, già ai funerali di Craxi il governo  – allora guidato da Massimo D’Alema – inviò una delegazione composta dai ministro Lamberto Dini e dal sottosegretario – e attuale erede di Alfano al Viminale –  Marco Minniti.  Nel 2010, poi, ben tre ministri del governo di Silvio Berlusconi – e cioè gli ex socialisti Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Renato Brunetta – volarono in Tunisia per commemorare lo storico leader del garofano.

Adesso tocca ad Alfano fare tappa ad Hammamet. “Quanto pesa la presenza del ministro degli Esteri? È un piccolo gesto, ma importante. Dopo 17 anni mi pare sia arrivato finalmente il tempo di fare i conti con la figura di mio padre. C’ è bisogno di una riflessione serena, senza viltà né ipocrisie”, dice Stefania Craxi. Nell’intervista al Corsera la figlia dell’ex leader socialista torna anche ad attaccare l’inchiesta Mani Pulite che segnò la caduta del padre, poi costretto a scappare Tunisia. “Sono passati 25 anni dall’inizio di un’ inchiesta che ha visto 25 mila avvisi di garanzia, 3 mila persone in carcere, 4 mila processi e solo qualche centinaio di condanne. Ci sono migliaia di persone che hanno perso l’ onore, il lavoro, la famiglia e talvolta anche la vita. E cosa è cambiato da allora? Diciamo la verità: la Seconda Repubblica è nata su una grande balla, su una inesistente lotta degli onesti contro i disonesti. No, basta, è arrivato il tempo di una riflessione seria. Senza sconti, ma anche senza ipocrisie”.

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