Stamperie scelte dai consolati, agenzie di recapito private, plichi mai arrivati. E l’ombra dei boss. Il sistema di voto degli italiani all’estero è ricco di falle e da dieci anni le segnalazioni e le denunce di brogli si moltiplicano. Un copione che potrebbe ripetersi anche sul voto per il referendum costituzionale. Per il ministro dell’Interno Angelino Alfano, invece, non ci sono rischi:  “Mi pare che gli italiani all’estero abbiano sempre votato con regolarità e nessuno ha messo mai in discussione tutto quello che è venuto come risultato dal voto estero”, ha replicato ai microfoni del Fatto Quotidiano, a margine di un convegno a Roma. Eppure basta ricordare quando nel 2008 vennero ritrovati a Buenos Aires, nei magazzini di una ditta responsabile di distribuzione, 120mila schede in più rispetto a quelle necessarie per il voto dei nostri connazionali argentini. Non l’unica denuncia
Articolo Precedente

Referendum, italiani all’estero: quel mucchio di schede sul tavolo del candidato. Rischio brogli nel voto postale

next
Articolo Successivo

Referendum, in treno col M5s da Ferrara a Bologna. La sicurezza a Di Battista: “E la scorta?”

next