Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che si autogenera mentre prende l’aperitivo alla Cieca di Via Vittadini. Altre considerazioni.

1) Evito di ricordarvi che, tre giorni fa, vi avevo vaticinato quanto segue: a) che il Milan avrebbe scontato la pena a Marassi; b) Che la Juve avrebbe fatto scempio della Sampdoria; c) che l’Inter avrebbe battuto un Toro lanciatissimo; d) che la Juve (e ve l’ho detto tre mesi fa) avrebbe fatto 26 punti in dieci partite, 8 vittorie e due pareggi: sono state 8 vittorie e 2 sconfitte, ma nulla cambia. Onestamente la mia perfezione comincia ad annoiarmi.

2) La differenza tra Juve e resto d’Italia è che, dopo aver perso, i bianconeri reagiscono spargendo sangue sul selciato e vincendone 112 di fila. Le altre, invece, dopo aver vinto si guardano allo specchio. E perdono. Scudetto già vinto ad agosto. Parliamo d’altro.

3) La sconfitta del Milan a Marassi era più scontata della vittoria del Sì il 4 dicembre. Motivi? Due. Il clima inutilmente entusiasta per una squadra che resta da quinto-sesto posto. E la forza del Genoa, che battendo la Fiorentina sarebbe quinta a un punto dal Milan e che in casa fa paura come pochi (le uniche trasferte più difficili sono con Juve, Roma e Napoli). La gogna rossonera era ineluttabile, anche se francamente mi aspettavo un 2-0 o 3-1. Si tratta di capire se il Milan farà come l’Inter, ovvero morire per un mese e mezzo dopo l’exploit contro la Juve, o se lascerà invece isolata la macellazione di martedì. Segnalo infine come, nel frattempo, la baresizzazione sia già finita e Paletta sia tornato Paletta. Vamos.

4) Il calcio è strano e ancor più aleatorio. De Boer è prossimo all’esonero e questo è profondamente idiota, perché se punti su un allenatore così devi dargli tempo e non certo solo dieci giornate. Oltretutto l’Inter ha 14 punti, che diventano 17 considerando i tre punti già acquisiti nel derby (decisivo Icardi). Ora: il Milan ha 19 punti e sta facendo “una stagione pazzesca”, l’Inter ne ha (in pectore) 17 e De Boer “sta fallendo”. Ci rendiamo conto che non ha senso? Peraltro l’Inter, contro i granata di Farinacci, ha vinto nonostante l’assenza del nuovo Rivera (Medel). I nerazzurri non hanno motivo di non ambire alla terza piazza, perché non sono inferiore al Napoli privo di Milik. Il buon Frank merita fiducia e tempo: se lo hanno dato all’uomo che sussurrava all’anticalcio, cioè Mancini, possono darlo anche a lui.

5) Vittoria pesantissima della Roma, che va sotto col Sassuolo in trasferta e sa risorgere grazie a un Dzeko mirabile. E’ la più accreditata al secondo posto (la Juve non la raggiunge mai). Assai triste l’infortunio a Florenzi. E’ uno dei personaggi più belli della Serie A e il suo “Mister me so’ rotto il crociato”, pronunciato tra le lacrime, ha fatto male. Buona fortuna e a presto.

6) Del Napoli non so dirvi, perché mentre ha segnato i due gol all’Empoli stavo parlando di voluntary disclousure con Nardella. Scusate.

7) Nell’indifferenza generale, Immobile segna con la frequenza di una cazzata di Andrea Romano e Simone Inzaghi signoreggia e soverchia. Applausi alla Lazio, che può lottare per il quarto posto con l’Inter. Bravi.

8) Fino a un mese fa c’era qualche fenomeno che criticava Gasperini, uno dei migliori allenatori italiani, per il brutto inizio. Poi ne ha vinte 80 di fila e ora l’Atalanta è sesta. Il giorno in cui impareremo a dare tempo alle persone, non solo nel calcio, sarà sempre troppo tardi.

9) Erculeo pareggio casalingo della Fiorentina con la corazzata Crotone.

10) In attesa di Palermo-Udinese, giova ripetere quanto segue: se il Milan arriverà tra le prime tre, fonderò un fan club della Morani. E questo vi fa capire come l’eventualità sia meno probabile di un remake di American Gigolò con Orfini al posto di Richard Gere. A lunedì.

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