La protesta della gente e la polemica dei politici. Nel mezzo, la vita di una manciata di migranti e le barricate di una popolazione che non vuole saperne di accoglierli. A Gorino, frazione di Goro in provincia di Ferraraè andata a buon fine l’azione degli abitanti, che hanno bloccato la strada d’ingresso al paesino per impedire l’arrivo di 20 profughi (8 bambini e 12 donne, tra cui una incinta). Parallelamente, la loro azione è stata utilizzata da chi, dentro e fuori il Parlamento, da tempo soffia contro la politica dell’accoglienza. “È è una vicenda molto difficile da giudicare. Da un lato c’è comprensione, anche se non condivisione, nei confronti di una parte della popolazione molto stanca e preoccupata, dall’altra sono donne e bambini: forse noi come Stato non siamo stati all’altezza” ha detto Matteo Renzi alla registrazione della puntata di Porta a Porta. Proprio il premier che continuamente punta il dito contro l’Ue e che in una delle ultime dichiarazioni ha detto che l’Italia “è pronta a fare da sola”.

La riflessione del premier – che solo poco meno di un mese fa parlando del referendum aveva detto che si vinceva con i voti della destra – però si schianta contro una polemica cresciuta ora dopo ora. “I cittadini di Gorino sono per noi i nuovi eroi della Resistenza contro la dittatura dell’accoglienza” ha detto Alan Fabbri, segretario della Lega Nord del capoluogo estense. E anche il leader nazionale del Carroccio, Matteo Salvini, ha espresso tramite Facebook il suo sostegno nei confronti delle proteste: “Io sto con i cittadini di Gorino”, ha scritto sulla sua bacheca. Parole diametralmente opposte a quelle del capo del dipartimento Immigrazione del ministero degli Interni. “Mi vergogno molto di quello che è successo a Ferrara, credo si debbano vergognare quelle persone che hanno impedito la sistemazione di donne e bambini” ha risposto indirettamente il prefetto Mario Morcone. Parole analoghe a quelle espresse, poco dopo, da Angelino Alfano. Il ministro dell’Interno ha parlato di un episodio “che non fa onore al nostro Paese”, aggiungendo: “Quella non è l’Italia”.

Nel frattempo, le barricate hanno avuto successo. Invece che a Gorino, le 12 profughe, provenienti da Nigeria, Nuova Guinea e Costa d’Avorio, sono state sistemate a Comacchio (4), Fiscaglia (4) e Ferrara. La decisione è arrivata dopo una mediazione tra forze dell’ordine e manifestanti e, soprattutto, a seguito dell’intervento del sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani e dei colleghi del territorio. “Ha prevalso la tranquillità dell’ordine pubblico – ha spiegato il prefetto della città Michele Tortora – Non potevamo certo manganellare le persone”. A vittoria acquisita, la gente di Gorino ha smantellato tutte le barricate, tranne una, quella sulla Provinciale tra Goro e Gorino, dove vengono fatte passare solo le auto. La protesta sarebbe stata innescata da un corto circuito comunicativo: la requisizione di cinque stanze dell’Ostello Amore-Natura, decisa in mattinata, avrebbe dovuto essere notificata a un’ora dall’arrivo del pullman, ma la notizia è stata data ore prima, dando tempo di preparare la protesta. Che, al netto delle barricate, continua. I pescatori hanno annunciato che non andranno in mare e non manderanno i figli a scuola.

Il prefetto Morcone: “È un amaro ricordo che quei cittadini si porteranno appresso a lungo”
Il prefetto Mario Morcone, intervenuto ai microfoni del Gr1 Rai, non ha risparmiato critiche agli abitanti di Gorino: “È un amaro ricordo che quei cittadini si porteranno appresso a lungo” ha detto, sottolineando che “gli italiani che rifiutano l’aiuto doveroso a donne e bambini sono ottusi, mi vergogno di averli come connazionali”. Presa di posizione durissima, accompagnata da una provocazione altrettanto forte: “Se non vogliono vivere nello stesso posto dove diamo accoglienza ai profughi – ha aggiunto – andassero a vivere in Ungheria. Noi staremo meglio senza di loro”.

Lega Nord Ferrara: “Cittadini di Gorino nuovi eroi della Resistenza contro la dittatura dell’accoglienza”
A sentire la Lega Nord, tuttavia, quel ricordo sarà tutto tranne che amaro. “Io sto con i cittadini d Gorino”, ha scritto su Facebook Matteo Salvini. Il capogruppo del Carroccio al consiglio comunale di Ferrara, Alan Fabbri, ha invece dichiarato: “Grazie a chi ha manifestato la scorsa notte notte, grazie a chi ha lottato per far vincere la democrazia e il buon senso. I cittadini di Gorino sono per noi i nuovi eroi della Resistenza contro la dittatura dell’accoglienza. Abbiamo sostenuto, e continueremo a farlo, in ogni sede e in ogni modo, la loro protesta”. Fabbri ha poi individuato i colpevoli di quanto accaduto: “Se il prefetto e il Pd, con la complicità del presidente della Provincia Tagliani, si illudono di poter fare qualsiasi cosa sopra la testa dei cittadini si sbagliano di grosso. Lo abbiamo dimostrato a Gaibanella, lo abbiamo dimostrato a Gorino e continueremo a farlo. La Lega c’è”. La narrazione anti-accoglienza del leghista ferrarese non è finita: “Chi ha passato la notte in trincea per difendere il proprio territorio e la democrazia dai nuovi despoti è un eroe – ha rimarcato Fabbri – La forza del popolo ha consentito di vincere la follia di prefetture che requisiscono locali per darli agli immigrati e di dare una lezione di stile a Tiziano Tagliani che, da presidente della Provincia, si comporta in modo complice: evidentemente pensa di assolvere al proprio dovere di promuovere il territorio del Delta del Po piazzando immigrati clandestini in ogni dove”.

Alfano: “Quel che è accaduto non è lo specchio dell’Italia”
“Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro paese”, ha affermato il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Intervenuto a L’Aria che tira, su La7, Alfano ha precisato: “Certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell’Italia”.

Prefetto di Ferrara: “Reazione sconcertante della popolazione di Gorino”
“L’ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda. Ha prevalso la tranquillità dell’ordine pubblico, non potevamo certo manganellare le persone” ha spiegato al Gr1 il prefetto di Ferrara Michele Tortora: “Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce. Prendo atto della protesta, le 12 donne richiedenti asilo sono state sistemate in comuni limitrofi e probabilmente non torneranno a Gorino. Non credo – ha proseguito – che possiamo forzare la mano più di tanto, comunque in giornata incontrerò il sindaco e faremo dei ragionamenti insieme”. Goro non ospita al momento alcun profugo, ha sottolineato il prefetto, rispetto ai circa 800 già presenti nella provincia di Ferrara. “Il sistema dell’accoglienza diventa sempre più stressante – ha aggiunto Tortora – ma le procedure sono state corrette. Non mi aspettavo una reazione del genere e l’ho trovata sconcertante”. La decisione di abbandonare l’ipotesi di accogliere i profughi a Gorino è una sconfitta dello Stato? “Certo non è una vittoria” ha risposto il prefetto durante la conferenza stampa convocata per spiegare l’accaduto. Di fronte a chi gli chiedeva se la decisione di cedere alla protesta sia stata condivisa con il Viminale il prefetto ha risposto: “chiedetelo al Viminale”.

Pierluigi Bersani: “Non c’è tutto il paese dietro quell’episodio”
Anche l’ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, è intervenuto nel dibattito rispondendo alle domande dei giornalisti in Transatlantico: “Non confondiamo Goro o Gorino in quell’episodio, ci sarà qualcuno di Goro e Gorino a fare qualcosa del genere ma non ci credo ci sia tutto il paese. Guardiamoci meglio”.

Il sindaco di Gorino: “Con la paura emergono gli istinti peggiori della gente”

La diocesi di Ferrara-Comacchio: “Notte che ripugna alla coscienza cristiana”
“In queste ore drammatiche, in cui tante città italiane sono chiamate a rispondere all’emergenza umanitaria che ogni giorno si fa più preoccupante, la Chiesa di Ferrara-Comacchio – si legge in una nota dell’arcidiocesi  firmata dal vicario generale, monsignor Massimo Manservigi e pubblicata sul sito del settimanale diocesano La Voce di Ferrara – è vicina a coloro, donne e bambini in particolare, che hanno vissuto sul nostro territorio una notte così difficile e ostile, che ripugna alla coscienza cristiana”.  “Quanto prima”, prosegue la nota, l’arcivescovo Luigi Negri “si recherà a far loro visita, sia alle persone ospitate presso realtà ecclesiali che a tutte le altre, per manifestare la vicinanza e la fraternità della nostra Chiesa locale, che ha seguito in queste ore la loro odissea”. La Caritas Diocesana, “espressione massima della cura ecclesiale per ogni forma di povertà”, spiega la diocesi, “ha costantemente collaborato con le istituzioni civili per far fronte alle grandi emergenze di questi giorni – anche offrendosi, nella serata di ieri, per soluzioni di emergenza – ma sono state mobilitate anche tutte le realtà associative di ispirazione cattolica, impegnate in uno sforzo che, oggettivamente, sta sempre più investendo una percentuale considerevole delle energie della diocesi”. “Sarà pertanto necessario, nei prossimi giorni – continua la nota – convocare le realtà della chiesa locale impegnate nell’ambito caritativo – come già nel mese di luglio – ad un tavolo con le istituzioni, per valutare le prossime possibili risposte a questa emergenza umanitaria sempre più pressante, ricordando che, fino ad ora, l’Arcidiocesi si è sempre schierata in prima fila nell’affrontare ogni richiesta di ospitalità e nel fare tutto quanto era in suo potere. Lo dicono i numeri sugli ospiti accolti e lo dicono le strutture messe in campo”.

di David Marceddu

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