“Ricordo che mi ha abbordato nel locale e poi siamo usciti. All’altezza del parco di Colle Oppio mi ha aggredito, mi ha colpito con un pugno al volto e io ho perso i sensi, non ricordo cosa sia accaduto dopo”. Racconta così la sua aggressione, la turista australiana stuprata e derubata nel parco del Colle Oppio la notte tra il 2 e il 3 ottobre scorsi. Ed è un racconto che smentisce in modo netto la ricostruzione fatta nei giorni scorsi da Eduard Oprea, il presunto autore dell’aggressione, detenuto nel carcere di Regina Coeli e oggi presente in aula insieme al suo avvocato Andrea Palmiero. “Non sono stato io” aveva dichiarato il 40enne romeno, che poi, in merito alla notte della violenza, aveva aggiunto: “A un certo punto siamo stati avvicinati da due arabi. Uno di loro mi ha aggredito e sono stato costretto ad allontanarmi”. Dettaglio, questo, che la 49enne vittima dell’aggressione ha invece confutato.

Ascoltata al tribunale di Roma, nell’ambito di un incidente probatorio davanti al gip Giulia Proto, la turista australiana ha riferito di essere arrivata a Roma “per trascorrere qualche giorno di vacanza insieme a un amico”. “Quella sera – ha raccontato la donna –  ho deciso di recarmi in un locale che si trova a poca distanza dalla stazione Termini. Ricordo di avere bevuto due drink e di essere stata avvicinata da Oprea”. La donna non ricorda di aver subito la violenza sessuale perché era in stato di incoscienza per le percosse subite, ma ha negato di essere stata avvicinata da due arabi. “Mi sono risvegliata dopo alcuni minuti – ha aggiunto – E avevo dolori in più parti del corpo. Non avevo più i soldi e i gioielli”. Gli stessi gioielli che la donna ha poi riconosciuto in quelli trovati in possesso dall’indagato al momento del suo arresto, il 6 ottobre, e che le sono stati mostrati al termine dell’udienza.

Le indagini intanto vanno avanti, nell’attesa dei risultati del test del Dna prelevato ad Oprea nei giorni scorsi, su richiesta dello stesso accusato e del suo legale. Una richiesta che il gip aveva accolto il 10 ottobre scorso, pur non ritenendo convincente la versione fornita dal 40enne romeno. “È vero, l’ho conosciuta in un locale – aveva detto Oprea di fronte al giudice – Lei aveva bevuto molto e quando siamo usciti, ci siamo diretti verso Colle Oppio”. A quel punto, secondo Oprea, sarebbe avvenuto l’incontro coi due arabi, a seguito del quale sarebbe stato costretto ad allontanarsi. La gip però, considerato il pericolo di “fuga e reiterazione del reato”, aveva convalidato il fermo ed  emesso l’ordinanza di custodia cautelare per violenza sessuale e rapina.

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