L’ASAPS può forse non dire molto come sigla, ma in realtà rappresenta una realtà importante per la sicurezza: l’acronimo sta per Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale, che proprio in questi giorni ha lanciato un allarme di un certo rilievo sul suo sito web. Secondo i monitoraggi in corso  relativi agli etilometri in uso alle forze di sicurezza, sarebbero infatti numerosi gli apparecchi fermi da mesi presso i laboratori autorizzati, in attesa della prevista revisione annuale da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Direzione Generale Territoriale del Centro – Centro Superiore Ricerche Prove Autoveicoli e Dispositivi di Roma (CSRPAD) e presso il Centro Prove Autoveicoli di Milano. Il tutto seguendo la procedura prevista dal decreto del 29 aprile 2016.

Il numero effettivo di macchine in stato di fermo risulterebbe consistente e, dato ancor più preoccupante, in crescita: “secondo quanto si è appreso”, precisa l’Asaps, “solo la metà dei 1.000 etilometri in dotazione alla Polizia Stradale sarebbe utilizzabile e funzionante”.

Troppo pochi, dunque, quelli in servizio effettivo per garantire una copertura efficace del territorio. Anche se non si conoscono con precisione le statistiche relative alla correlazione tra incidenti stradali ed alcol poiché l’Istat ha eliminato da tempo questo dato rendicontale. Secondo i dati dell’ASAPS sulla pirateria stradale, tuttavia, il 23% degli episodi mortali registrati nei primi 8 mesi di quest’anno mostra correlazioni proprio con l’abuso di alcol.

L’allarme della comunità vicina alla Polizia è insomma diretto in particolar modo alla sensibilità dei vertici ministeriali, in modo da ripristinare o potenziare in qualche modo le operazioni di manutenzione consentendo un’effettiva azione capillare di controllo da parte delle forze dell’ordine.

Spiega il presidente ASAPS Giordano Biserni, facendone una proposta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “Servono numeri certi sugli etilometri fermi e tempi più celeri, un maggior numero di addetti da adibire alle revisioni periodiche e nuove apparecchiature da destinare alla specifica attività, oltre ad una valutazione sulla modifica del Decreto Ministeriale che permetta magari una revisione biennale. La sicurezza stradale non può andare in manutenzione straordinaria”.

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