Se un marziano decidesse di scendere sulla terra, per valutare lo stato di salute umana e del pianeta, e ascoltasse tutto ciò che ha detto Donald Trump, uno dei due candidati alla presidenza degli Stati Uniti, resterebbe di stucco. Ebbene sì, un personaggio che secondo i fact checkers americani dice falsità nel 91% dei casi, potrebbe diventare l’uomo più potente del pianeta e anche la sua più grande disgrazia.

Tra le sparate del tycoon americano, la peggiore è forse la famosa esternazione sul cambiamento del clima, riconosciuto dall’autorevole rivista medico-scientifica inglese The Lancet come la più grave minaccia alla salute globale del secolo. Secondo Trump, il torrente di articoli pubblicati sul cambiamento del clima, e sulle sue cause antropogeniche, non sono altro che un’immensa “bufala” dei cinesi, finalizzata a ottenere dei vantaggi competitivi nel settore manifatturiero. Queste dichiarazioni irridono oltre il 97% degli scienziati e climatologi che da anni concordano prevalentemente su due conclusioni: a) la temperatura globale del pianeta è in aumento a causa del cambiamento del clima e b) le attività dell’uomo sono la principale causa di tale cambiamento.

A pensarci  bene però, perché dovremmo sorprenderci troppo? Trump rappresenta gli interessi e la morale di una buona fetta di società, non solo negli Stati Uniti. Da decenni la filosofia politica del mondo è dominata da ideali di avidità e competizione economica, desiderio di dominio geopolitico e consumismo culturale. Come disse Margareth Thatcher negli anni 80, “non c’è alternativa” a questo modello economico, politico e culturale. Purtroppo, i fatti, per ora, le danno ragione. Questo è forse veramente “il migliore dei mondi possibili” come disse il dottor Pangloss nel racconto satirico di Voltaire Candido, e il collasso ambientale è possibilmente il destino che ci meritiamo. Donald Trump, se diventerà presidente degli Stati Uniti, non dovrà essere considerato come una delle principali cause del degrado morale e intellettuale dell’umanità, ma solamente un effetto. Un sintomo della nostra statura politica e filosofica.

In effetti, il vero problema non è dover ascoltare un bugiardo seriale dire falsità nel 91% delle sue esternazioni, ma riconoscere che una proporzione importante di cittadini, non solo negli Stati Uniti lo consideri un plausibile leader politico. Secondo costoro, Trump non dovrebbe farsi curare per disturbi mentali di tipo narcisista, paranoide, e ossessivo-compulsivo, ma diventare l’uomo della provvidenza. In effetti, lo potrebbe diventare, ma al contrario. La sua elezione rischierebbe di diventare il “bacio della morte” degli accordi internazionali sull’ambiente e spingere il cambiamento climatico oltre il punto di non ritorno che, nel peggiore dei casi, potrebbe aumentare il rischio di estinzione per la specie umana.

E quindi? Cosa ci resta da aggiungere? Troisi, se fosse ancora in vita, forse direbbe: “non ci resta che piangere”. Credo però sia più preferibile l’esatto contrario: non ci resta che ridere. Ricordate allora quando Donald Trump chiese all’attuale Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, di mostrare pubblicamente il suo certificato di nascita, al fine di stabilire che non fosse un musulmano nato in Kenya? Trump in pratica lo accusava di non essere un “vero” americano – questo è incredibile a pensarci bene: gli Stati Uniti non sono altro che un’ex colonia europea e gli “americani veri” sono per lo più confinati in riserve.

Le elucubrazioni psicopatologiche di Trump su Obama non raggiungono neppure il livello della pietà: Obama è nato alle Hawaii, non in Kenya, e non è mai stato musulmano in vita sua. Un’altra domanda invece sorge spontanea: ma dov’è nato Trump? Qualche tempo fa, il comico Bill Maher, decise di investigare proprio questo dettaglio e chiese pubblicamente al magnate statunitense di mostrare il suo certificato di nascita. Secondo Maher esistevano fondati dubbi che Trump potesse essere nato da una particolare specie di orangotango. A parere del comico, esisterebbero due sole specie al mondo con i capelli arancioni: Trump e un orangotango dello zoo di Brooklyn.

La provocazione costò una denuncia a Maher poi ritirata dallo stesso Trump. Eppure, il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti non ha ancora mostrato pubblicamente la versione completa del suo certificato di nascita, ma solo quella breve. La domanda di Maher rimane quindi ancora senza risposta: ma chi ha messo al mondo Donald Trump?

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