Inevitabilmente, anche Marchionne apre alle auto ad emissioni zero. Le prove generali per la nuova anima green di FCA sono abbastanza recenti (leggi Chrysler Pacifica, prima ibrida del gruppo italo-americano), ma ora l’uomo dal maglione blu parla, per la prima volta senza snobbarla, di propulsione elettrica: “l’idea di farla per i marchi premium e per una citycar c’è” specifica l’ad, intervenuto a Venezia per la giornata conclusiva del workshop Italia-Usa. “Penso a una Maserati e a una vettura più piccola della 500, che sia veramente agile in città”, ma che anche utilizzabile nei tragitti a corto e medio raggio. Quindi due EV poste rispettivamente alla base e al vertice dell’offerta di FCA.

La scelta del marchio del Tridente sembra peraltro quasi obbligata: dopo lo scorporo di Ferrari da FCA, Maserati è diventato il brand di punta del gruppo, pertanto destinato a farne da portabandiera tecnologico. Potrebbe essere proprio la versione di serie della coupé Alfieri, anticipata da un prototipo presentato al Salone di Ginevra due anni fa, a beneficiare del motore a elettroni. Mentre “l’agilità urbana” di cui parla Marchionne fa pensare ad una simil-Smart o ad una meno fantasiosa Fiat Panda EV; ma siamo ancora nell’ambito della speculazione. Certo è che, per sua stessa ammissione, la sportiva elettrica non arriverà sotto il regno di Sergio ma solo dopo il suo addio al gruppo.

Il manager italo-canadese ripone fiducia anche nella “sperimentazione dell’idrogeno, tecnologia che può rimpiazzare il motore a combustione”: in poche parole l’ad non è ancora disposto a credere completamente nella tecnologia delle elettriche convenzionali, “che in apparenza pare la soluzione definitiva, ma ha invece dei limiti a meno che non ci siano dei passi enormi per quanto riguarda le batterie”. In ogni caso, anche se queste ultime fossero la soluzione definitiva, FCA non si impegnerà a svilupparle in casa, perché “c’è già un’industria dispostissima a farlo e una sfilza di fornitori e aziende di componentistica disposti ad aiutare noi e gli altri (ritardatari, ndr.)”.

Tuttavia a breve e medio termine non c’è dubbio che FCA punterà tutto sulla tecnologia che abbina motori endotermici a unità elettriche: “Sono assolutamente convinto – ha detto Marchionne – che la maggior parte delle vetture per il 2020-2021 avrà qualche elemento ibrido, altrimenti non ce la faremo mai a rispettare i limiti di emissione”. Specie perché un salto repentino nel mondo dell’elettrico sembra attualmente impossibile per FCA: stando alle parole del suo amministratore delegato, l’azienda perde oltre 10mila dollari ogni volta che qualche ricco californiano compra una 500 elettrica (prodotta peraltro in Messico): sarà anche per questo che la pratica zero-emission è rimandata al dopomarchionne.

Articolo Precedente

Auto elettriche, ecco perché la Norvegia ne va letteralmente pazza

next
Articolo Successivo

Alfazero Quick, la microcar elettrica made in Toscana ottiene l’omologazione EU

next