Abusi sessuali sui minori sempre perseguibili d’ufficio, senza distinzioni di età. E’ il cuore della proposta di legge della presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti, che proprio oggi inizia il suo iter in commissione. Un’iniziativa che rappresenta un ulteriore passo in avanti nella battaglia contro uno dei crimini più odiosi, ma che soprattutto si rende necessaria per correggere un’incredibile incongruenza normativa che detta regole diverse a seconda delle fasce di età, quando invece, sottolinea l’esponente Dem, “per la gravità di situazioni che coinvolgono i minori è indispensabile evitare intoppi burocratici o interpretativi di giurisprudenza”.

Secondo il codice penale, infatti, oggi si può procedere d’ufficio solo in due casi: se il minore ha meno di 10 anni perché l’abuso è considerato alla stregua di una violenza sessuale aggravata, oppure se rientra nella fascia d’età tra i 14 e i 18, perché in questo caso il reato configurabile è quello della prostituzione minorile. Se però la vittima ha tra i 10 e i 14 anni è indispensabile la querela per attivare la macchina della giustizia (la pena prevista dal codice penale arriva fino a dieci anni di carcere). Ma è proprio qui che secondo le statistiche, soprattutto tra le bambine, i numeri indicano un inquietante aumento progressivo: in due anni i casi di abuso sono cresciuti del dieci per cento.

Una condizione, questa, che sfocia in situazioni assurde in cui, nonostante la flagranza del reato e le prove schiaccianti non si può perseguire il colpevole perché i genitori della vittima hanno paura di denunciare o semplicemente perché non ci sono, come accade sempre più spesso con i minori stranieri sbarcati in Italia da soli; in questo caso, infatti, bisogna nominare un curatore speciale e i tempi si allungano.

Secondo Ferranti, insomma, si tratta di un’incongruenza giuridica talmente “evidente e irragionevole” che deve essere rapidamente corretta soprattutto a tutela di quei minori troppo spesso lasciati soli anche dalle famiglie. Occorre, insiste la parlamentare Pd, “uniformare il trattamento per tutti i minori”.

Non c’è motivo di differenziare le norme di procedibilità: dove c’è lo sfruttamento del minore è bene agire subito. Ci sono casi in cui i genitori o anche uno solo di loro spinge il minore a prostituirsi o è comunque consapevole degli abusi”. Anche “in questi casi è indispensabile nominare un curatore. E i tempi si allungano, mentre in situazioni così drammatiche è evidente l’urgenza di procedere”, dice ancora.

La proposta di legge, composta di un solo articolo per la modifica del Codice penale, di fatto elimina dai casi di perseguibilità a querela stabiliti dalle norme in vigore il riferimento agli atti sessuali con minorenni. “Ci sono state molte adesioni a questa proposta, per questo mi auguro una convergenza ampia tra le varie parti politiche e una rapida approvazione”, rileva Ferranti.

Il fenomeno dei maltrattamenti e degli abusi nei confronti dei minori viene costantemente monitorato a livello nazionale ed internazionale. Le cifre sono impressionanti: più di 91 mila le vittime nel nostro Paese, secondo una stima di Terres des Hommes, una delle fondazioni attive nel campo della tutela dei diritti dei minori; mentre altre indagini, come quella recentemente condotta da Telefono Azzurro, parlano di 70-80 mila bambini vittime in Italia di maltrattamenti e abusi. Numeri che comunque restano inaccettabili.

Nel nostro Paese la metà dei bambini maltrattati subisce violenze fisiche e psicologiche. L’abuso sessuale riguarda circa il 10% dei casi. Tra le vittime, più numerose (oltre il 65%) le bambine, come emerge dalle richieste di aiuto ricevute da Telefono Azzurro. In crescita il numero delle preadolescenti (11-14 anni) oggetto di abusi, che è passato dal 22,3% del 2013 al 33,3% del 2015.

Secondo uno studio dell’università Bocconi di Milano, nel nostro Paese le spese dirette e indirette generate dall’abuso sono in media di circa 13 miliardi di euro l’anno, rispetto ai 124 miliardi di dollari che si spendono negli Stati Uniti e i 3,2 miliardi di sterline del Regno Unito.

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