L’altra faccia del sottobosco del traffico d’armi e degli arruolamenti mercenari la si può scoprire leggendo le intercettazioni dell’inchiesta della Dda di Napoli. Ti immagini vite di lusso e conti in banca da capogiro, e invece ti ritrovi ad ascoltare persone disperate, che al telefono parlano di debiti e di figli disoccupati. “Ho la macchina ferma che non riesco a pagare l’assicurazione” dice uno di loro. Allora il miraggio di un arruolamento nei campi di addestramento alle Seychelles a 12-15.000 euro al mese è il colpo che ti può cambiare la vita. In cambio del superstipendio, evocato come un miraggio nelle conversazioni intercettate, si rinnova il passaporto e si parte verso luoghi lontanissimi a fare il soldato, con fucili, mitragliatori e lanciarazzi in pugno per proteggere lavori pubblici e pozzi di petrolio messi a rischio dalle turbolenze interne degli stati africani, a cominciare dalla Somalia.

E’ un lavoro. Brutto, ma c’è domanda. E dove c’è domanda con queste remunerazioni, c’è anche offerta. Uno dei mediatori era Giancarlo Carpi, 53 anni, padovano. L’informativa del Gico della Finanza di Venezia all’attenzione del pm Catello Maresca definisce Carpi “soggetto coinvolto nella Mala del Brenta” e lo collega a pregiudicati dediti al traffico di armi attraverso tre diverse testimonianze. Carpi ha trascorsi nella “Legione Brenno”, un organizzazione paramilitare in azione nel Veneto nei primi anni ’90. L’ex camionista è in contatto con un personaggio contiguo al clan dei Casalesi, Francesco Chianese, ‘o Santulillo, arrestato il 4 maggio con accuse di estorsione aggravata dal metodo mafioso che sarebbero state compiute a Parete (Caserta).

Al centro dell’inchiesta il padovano Giancarlo Carpi, “legato alla Mala del Brenta”. Ed ex della Legione Brenno

Le loro telefonate ancorano l’inchiesta all’Antimafia di Napoli, il primo filo di una matassa che collega ambasciatori, imprenditori, carabinieri, un presunto arruolatore somalo, Omar Mohamed Jama, e Andrea Pardi, l’uomo di Società Italiana Elicotteri, con sede all’aeroporto romano dell’urbe, che si occupa anche di “esportazione di componenti per elicotteri ed aerei impiegati anche a fini militari in quei Paesi dalla bellicosità accentuata”. Indagati con accuse di traffico di armi e d’armamenti destinati a Paesi africani teatro di conflitti (Somalia, Armenia, Costa d’Avorio, Iraq, Libia, Nigeria, Iran, Sud Sudan e Angola). Carpi è uno degli uomini chiave. Quel che seguono sono sintesi fedeli dei brogliacci. L’ascolto in diretta di come avvenivano gli arruolamenti.

Il 16 luglio 2012 Carpi chiama “Pino”.

Carpi: Ho una bella notizia per te. Lunedì firmo un contratto, mi prendo il passaporto e andiamo via
Pino: Dove?
Carpi: Alle Seychelles, nell’Oceano indiano.
Pino: Ma lì non c’è la guerra.
Carpi: “Dobbiamo andare a fare un lavoro simile, addestrare. Non sto scherzando”.
Pino: Se si guadagna, va bene….

Contratto alle Seychelles. “Ma lì non c’è la guerra”. “No, dobbiamo addestrare”

Il 19 luglio 2012 Carpi è al telefono con Chianese, ‘o Santulillo’. Chianese, fruttivendolo, pare aspirare all’arruolamento.

Carpi: Ho già parlato col generale dell’Aeronautica…
Chianese: Cosa dovrei sapere in realtà?
Capri: Tutto sull’esercito, addestramento.
Chianese: Ho fatto solo il militare, se mi fanno l’interrogatorio?
Carpi: Non c’è da fare niente ma bisogna insegnare.
Chianese: Sono istruttore dei carri.
Carpi: Sarebbero praticamente 10-12 mila euro al mese per due anni…

I contatti si susseguono, il sogno dell’arruolamento coinvolge più persone. Il 21 luglio 2012 un tale Roberto C. (i finanzieri non riescono a individuarlo compiutamente) è al telefono con Pino. I due però sono sconfortati, non si fidano, sentono odore di “bufala”. Poi passano al sodo.

In Africa 15mila euro al mese per proteggere i cantieri. Ma “portano via tutto gli americani con ex militari e Cia”

Pino: Cosa riguarda il lavoro dato in Africa a Carpi? Bisogna fare una guerra?
Roberto: Carpi mi ha detto semplicemente che lì stanno costruendo delle strade e pagano dai 12 ai 15 mila euro al mese affinché si proteggano quei lavori, ma per il momento non hanno dato niente perché sembra che sia stato dato tutto in mano ad una security americana.
Pino. Figurati se lo danno a noi.
Roberto: Portano via tutto loro perché hanno ex militari e Cia.
Pino: Dovrebbero prendere me, perché sono stato nella Legione straniera.
Roberto: Quelli della Legione straniera li prendono però devono dimostrare che ci sono stati almeno 3 anni.
Pino: Ne ho fatti 36.
Roberto: Hai ancora il grado?
Pino Sì, ma sono stanco.
Roberto: Ci vorrebbe un po’ di benessere finanziario.
Pino: Sì.
Roberto. Ho la macchina ferma perché non riesco a pagare l’assicurazione.
Pino: Io ho un figlio di 32 anni, a casa, senza lavoro.
Roberto: Mandami il curriculum….

Vorrei sapere dei soldi. Bisogna fare una guerra? No, non voglio saperlo, me lo dirai a voce

“Fare o no la guerra” è un punto fondamentale. Per ovvie ragioni. Il 21 luglio 2012 sembra un giorno importante, Carpi sta chiamando diverse persone da arruolare, prospetta lauti guadagni. Pino ritorna sulla questione.

Carpi: Non sei felice?
Pino: Sì, ma vorrei sapere dei soldi, di cosa si tratta… Bisogna fare una guerra? No, non voglio saperlo, me lo dirai a voce…”.

Il giorno dopo, 22 luglio 2012, Pino telefona a un tale Maurizio e gli riferisce che Piero l’ha chiamato “perché mercoledì dobbiamo essere sul posto di battaglia”.

Maurizio: Ti sto scannerizzando quei documenti e te li mando.
Pino: Dovrei fare un contratto di due anni per fare il legionario in Africa per i pozzi di petrolio, senza ammazzare nessuno, a 15mila euro al mese… Riesci a mettermi insieme una quindicina di persone?
Maurizio: Non c’è problema.

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