Parte dalla Bolognina, quartiere simbolo della città un tempo fortino rosso, la campagna di Virginio Merola per il ballottaggio. Il candidato sindaco del Pd, e primo cittadino uscente di Bologna, ha aspettato una giornata prima di presentarsi davanti ai giornalisti e commentare la doccia fredda delle elezioni: nonostante i sondaggi favorevoli, non è riuscito a raggiungere il 40% e tra due settimane se la dovrà vedere con la candidata leghista Lucia Borgonzoni. Il sindaco ha fatto mea culpa, ha ammesso gli errori, anche sul piano della strategia politica nazionale. “Quello del 19 giugno non è un referendum pro o contro Renzi – ha detto -. In molti hanno visto queste elezioni come un referendum sul premier e questo ci ha fatto del male. Io sostengo che non ci sia bisogno del partito della nazione – ha aggiunto -, ma di un centrosinistra che sa allargarsi e capace di raccogliere maggiore consensi”. Con Renzi, assicura poi Merola, non c’è stata ancora nessuna telefonata. “Se mi auguro che il presidente torni in città? Abbiamo già il problema di Salvini che continuerà a stare qui” ha concluso con una battuta
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