Altro che risparmio quando si usa il cellulare in un altro Paese europeo: Tim e Wind hanno imposto ai loro clienti piani tariffari che fanno spendere più di prima. In barba al nuovo regolamento Ue che dal 30 aprile ha previsto un tetto massimo (il più basso di sempre) alle tariffe del roaming per telefonare, inviare un messaggio o collegarsi a Internet. Tanto che l’Autorità di garanzia nelle Comunicazioni (Agcom) ha diffidato i due gestori telefonici al rispetto delle disposizioni introdotte fino 14 giugno 2017, data da cui decorrerà poi la tariffa unica europea con l’abolizione dei costi di roaming che dovrebbero mettere la parola fine alle trappole e ai salassi.

La decisione dell’Agcom – certo non particolarmente pesante per Tim e Wind – è arrivata comunque in tempi abbastanza celeri visto che l’Authority è stata bersagliata da segnalazioni da parte di associazioni dei consumatori e clienti che in viaggio o in vacanza in Europa hanno scoperto, a proprie spese, di essersi ritrovati con un piano tariffario mai richiesto e, soprattutto, impossibile da disattivare. In particolare, “Tim – aveva spiegato Emmanuela Bertucci, legale Aduc, nella denuncia presentata proprio ad Agcom, Antitrust e Commissione europea – ha attivato, senza alcun avviso, a tutti i suoi clienti che non hanno già attive opzioni specifiche per il servizio di roaming l’opzione ‘Europa Daily Basic‘ che si attiva al primo servizio fruito e costa 3 euro al giorno per 100 minuti di chiamate e 100 sms, e altri 3 euro al giorno per connessione dati. Quindi, se ci troviamo all’estero e facciamo una sola chiamata paghiamo 3 euro, così come un’unica connessione dati costerà 3 euro. Si tratta di una pratica commerciale scorretta che non consente neanche l’alternativa a consumo”.

Stesso modus operandi per Wind: la sua opzione flat che si chiama ‘Offerta per la nuova regolamentazione valida in Unione Europea‘, dal costo di 2 euro al giorno (offre 15 minuti per chiamare, 15 minuti per ricevere, 15 sms da inviare e 50 mb di traffico dati da utilizzare entro le 24 ora italiana), si attiva al primo utilizzo del telefono nel corso della giornata. Ma, a differenza di Tim, Wind consente di disattivare l’offerta e di optare per una tariffazione a consumo anche se questa possibilità viene presentata come un’offerta da attivare.

L’Agcom ha, quindi, riscontrato che entrambe le società telefoniche hanno peccato in trasparenza e chiarezza rispedendo al mittente le difese che Tim e Wind hanno adottato: rispettivamente, una tariffa a consumo riparatrice entro luglio e l’invocazione alla deroga delle regole Ue in questa fase transitoria. Il Garante ha, infatti, sì ammesso che il Regolamento europeo ha stabilito una fase transitoria fino al 14 giugno 2017, ma i big telefonici non devono comunque mai superare con le loro tariffe il tetto massimo stabilito. Nel dettaglio: per le chiamate in uscita il costo totale non dovrà comunque superare i 19 centesimi al minuto, per quelle in entrata il prezzo massimo è di 1,14 centesimi al minuto, per gli sms si arriva a massimo 6 centesimi, mentre per navigare non si devono superare i 20 centesimi a MB. Il tutto, però, Iva esclusa.

L’Agcom ha, così, ritenuto opportuno adottare “un generale atto di indirizzo che tutti gli operatori dovranno seguire per rispettare la nuova normativa garantendo maggiore trasparenza informativa nei confronti della clientela, proprio per arrivare ad una rimodulazione di offerte roaming preesistenti”. Tim e Wind avranno tempo fino al 30 giugno 2016 per adeguare le proprie tariffe al Regolamento europeo, in caso contrario rischieranno un’azione sanzionatoria.

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