Si può accusare Renzi di radicalizzare lo scontro e sostenere, contemporaneamente, con parole simili, la sua stessa tesi? Giorgio Napolitano ci riesce. L’impressione è che la logica difetti nelle sue parole. Va letta con attenzione l’intervista concessa a Cazzullo, sul Corriere, qualche giorno fa. Con attenzione e i testi di Aristotele in mano: il sillogismo è un ragionamento in cui, poste alcune premesse, segue necessariamente la conclusione per il semplice fatto che quelle sono state poste. Reggono le parole di Napolitano alle regole ferree della logica? Vediamo.

a. Napolitano: “Se si affossa questo sforzo di revisione costituzionale, allora è finita”
b. Renzi: senza revisione costituzionale è finita: vado via.
c. Napolitano: “Renzi sbaglia a radicalizzare lo scontro”.

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Non c’è nesso logico, è evidente, nelle parole del senatore a vita. Esprime lo stesso concetto – radicale e catastrofico – del premier, e un minuto dopo lo accusa per la sua radicalità; evidenzia la gravità del momento – come Renzi – il pericolo per la democrazia (“senza revisione costituzionale è finita”), poi prende le distanze dalla forzatura renziana? Ha senso? L’impressione è che assecondi l’ingenuità popolare, quanti credono (ancora) nella figura nobile dell’ex presidente che “modera” il premier quando eccede. Napolitano garante. Napolitano giusto. Napolitano diplomatico. Non è così. Napolitano non cambia mai: è sempre “politicamente corretto”, soprattutto quando nasconde la verità. Ha appoggiato i carri armati russi contro la primavera di Praga. Sorvolo sulla trattativa Stato-mafia. Questa, che Renzi sta distruggendo (col suo consenso), non era la Costituzione più bella del mondo anche per l’ex presidente? A Napolitano riesce di mutare opinione – sostenere tesi opposte – ed avere, miracolosamente, sempre ragione. Non c’entra niente la dialettica sartriana (“I comunisti hanno ragione nel loro modo di aver torto”). No. Napolitano dice sempre la verità perché è la verità. Molti ci credono davvero, e non è un bel vedere.

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