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DMZ, nella zona cuscinetto tra le due Coree dove la natura prospera

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C’è una piccola porzione di territorio nel mondo che grazie ad una guerra, o meglio, grazie alla fine di una guerra, è oggi un piccolo paradiso naturale. È la Zona demilitarizzata coreana (o Dmz, “demilitarized zone”), una striscia di terra che attraversa appunto la penisola coreana e serve da zona cuscinetto tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. È lunga 248 km e larga 4 km, ed è considerata il confine più armato del mondo.

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La Dmz fu istituita nel 1953, al termine della guerra di Corea. Con l’armistizio, le due Coree accettarono di far arretrare le proprie truppe di 2.000 metri dalla linea di demarcazione militare coreana, creando così una zona cuscinetto appunto di 4 km di larghezza.

Oggi, in una parte della Dmz i coreani provvedono a tagliare la vegetazione arbustiva per non avere la visuale oscurata, ma nel resto della zona – troppo pericoloso a causa del rilevante numero di mine inesplose – invece la natura cresce spontanea, e l’area è diventata un luogo privilegiato per osservare (seppure da lontano) rarissime specie di uccelli come gli avvoltoi neri, o la gru della Manciuria (di cui restano al mondo solo 2000 individui), od ungulati come gli altresì rari Goral, come si evince dalle splendide fotografie del National Geographic. Ma anche la vegetazione è florida: nella Dmz si sono scoperte rare specie di fiori: ben 88 specie rare e 6 specie designate monumenti naturali.

E sul monte Kŏnbongsan, all’interno sempre della Dmz, i naturalisti hanno scoperto una specie di fungo che non è stata rinvenuta in alcuna altra parte del mondo.

Insomma, la natura se la passa alla grande, senza la presenza dell’uomo. E tale senz’altro rimarrà finché i rapporti fra le due Coree rimarranno tesi.

Ambientato nella DMZ c’è il bellissimo film Joint security area – che è l’area di sicurezza congiunta controllata da soldati della Commissione militare istituita con l’armistizio da Nord e Sud Corea – film diretto dal maestro coreano Chan–wook Park.

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