Il gruppo Rizzoli – Corriere della Sera vola a Piazza Affari nel primo giorno di contrattazioni dopo l’offerta di scambio sul 100% del capitale presentata da Urbano Cairo venerdì. Il titolo, che in avvio è stato sospeso perché non riusciva a fare prezzo, ha chiuso la seduta con un guadagno del 28,79%. Cairo communication ha invece messo a segno un +2,07%. Il patron de La7, parlando lunedì mattina a Radio Anch’io Sport Radio1, ha ribadito: “La nostra è un’operazione di mercato, non un’Opa ostile: vogliamo tenere dentro i vecchi soci per beneficiare con me degli eventuali introiti di Rcs, una volta ristrutturata“.

Il mercato si attende una contromossa dei grandi azionisti Mediobanca, Unipol, Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera, che stando a indiscrezioni nel corso del fine settimana hanno iniziato a organizzarsi perché ritengono troppo bassa l’offerta implicita nell’operazione. Si tratta si uno scambio “carta contro carta“, 0,12 azioni Cairo per ogni titolo Rcs, senza iniezione di soldi freschi. Fiat Chrysler, tuttora primo socio, come è noto dopo l’assemblea di metà aprile distribuirà il suo 16,7% ai propri azionisti uscendo definitivamente dalla partita.

Il presidente del Torino, che dell’editrice di via Rizzoli ha attualmente il 4,6%, ha replicato ai dubbi sulla congruità della proposta sottolineando: “Abbiamo valutato Rcs 770 milioni (il corrispettivo dell’offerta è di circa 280, a cui secondo l’imprenditore vanno però sommati i 487 milioni di debito, ndr), che scalati i 90 della vendita Rcs libri a Mondadori fanno quasi 700. Tenete conto che il gruppo l’Espresso, con Repubblica e una rete di giornali locali, capitalizza in Borsa 370 milioni, e senza debiti. A conti fatti, stiamo valutando Rcs quasi il doppio”. Intesa Sanpaolo, che è sia creditrice sia socio dell’editrice del Corriere, dal canto suo ha supportato Cairo facendogli da advisor con la controllata Banca Imi.

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