Il tenente della polizia provinciale di Potenza, Giuseppe Di Bello, fu il primo a denunciare il rischio di disastro ambientale nella Val d’Agri, in Basilicata, causato dall’estrazione petrolifera. Già nel 2010 rivelò l’inquinamento dell’invaso del Pertusillo, così come ha raccontato in una puntata di Servizio Pubblico. “C’era una patina anomala – ha spiegato – ho fatto fare le analisi. C’erano metalli pesanti, idrocarburi alogenati e clorurati cancerogeni”. Dopo il rilevamento fu però denunciato dall’allora assessore all’Ambiente della regione Basilicata. Fu poi sospeso dal servizio per rivelazione di segreti d’ufficio e condannato in primo grado (due mesi e 20 giorni) e in appello (3 mesi). Nel giugno 2015 la Corte di Cassazione ha annullato le sentenze di condanna, di primo e secondo grado. “Mi hanno spostato in un museo, ma avevo ragione”, ha sottolineato

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