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Palermo, lo strano caso del Pd siciliano: Cascio sindaco?

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Uno che è stato eletto alla Camera per due legislature con Forza Italia, che a seguire diventa presidente dell’Assemblea regionale siciliana con il Popolo della Libertà, passando poi a Ncd come coordinatore regionale. Uno che è già stato indagato per corruzione e per abuso d’ufficio e che è anche stato condannato dalla Corte dei conti, ecco uno così, il Pd lo candida a sindaco di Palermo. Lo ribadisco, il Pd!

Francesco Cascio politicamente nasce nell’era d’oro di Gianfranco Miccichè, ai tempi del 61 a zero. Gli anni passano e agli ultimi sgoccioli di berlusconismo salta sul carro di Angelino Alfano. Oggi coordina Ncd Sicilia e la sua candidatura sarebbe il frutto della già premiata ditta Pd, Udc e partito di Alfano. Una distorsione della realtà, mai posta al vaglio di nessun elettore, che attualmente governa il nostro Paese. Palermo insomma non sarebbe una novità.

Però il Pd siciliano conosce bene Cascio. Era solo il 2011 quando “Ciccio”, da presidente dell’Ars decise di ricorrere a un mediocre codicillo per reintegrare in Assemblea Gaspare Vitrano, non appena questi ottenne i domiciliari. Vitrano, onorevole piddino, era stato condannato per truffa, beccato con una mazzetta da 10mila euro.

Una vergogna allora per il Partito democratico, che prese le distanze: il loro disonorato onorevole non lo volevano più neanche loro. Adesso invece pensano di poter amministrare insieme una città come Palermo, dove il primo punto del programma dovrebbe essere la Legalità, il rispetto per le regole, per le persone e per il bene comune.

Comunque, se Francesco Cascio aspiri o meno alla fascia tricolore non è stato ancora confermato né da lui né dal Pd. Intanto l’unica protesta arriva dal basso e sul web, ci si aspetterebbe una risposta politica, dal vivo e dai piani alti. Del Pd ovviamente.

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